Abi: boom dei mutui. Ma i consumatori non ci credono

redazione -

Nei primi sette mesi dell’anno, afferma l’associazione bancaria, le erogazioni sono cresciute di oltre l’80%. Ma secondo l’Unc il dato non distingue tra nuovi prestiti e surroghe

Stando ai dati dell’Abi, le erogazioni di mutui e prestiti bancari stanno vivendo un vero e proprio boom: secondo l’analisi dell’associazione, riferita a un campione di 78 banche (rappresentative dell’80% del mercato), nei primi sette mesi del 2015 i mutui erogati alle famiglie sono cresciuti dell’82,2% rispetto allo stesso periodo del 2014. E sempre fra gennaio e luglio, dice l’Abi, sono aumentate del 24,3% le nuove operazioni di credito al consumo e del 16% i finanziamenti alle imprese. Si tratta dei migliori risultati da aprile 2012.

Peraltro, aggiunge l’Abi, a luglio 2015 il totale dei finanziamenti in essere a famiglie e imprese ha presentato una variazione prossima allo zero (meno 0,1%) nei confronti di luglio 2014, stesso valore del mese precedente e migliore rispetto al meno 4,5% di novembre 2013, quando aveva raggiunto il picco negativo.

Critica l’Unione nazionale consumatori. “Questi dati sono incompatibili con quelli di Bankitalia, ossia con i dati ufficiali ed effettii”, afferma Massimiliano Dona, Segretario dell’Unc. “Non vorremmo che in questi dati venissero conteggiate anche le surroghe, come se fossero nuovi mutui. Sarebbe sbagliato, trattandosi solo di uno spostamento da una banca all’altra. Il dato delle surroghe è certamente positivo ed è indicativo di un po’ di concorrenza nel settore bancario, ma indica anche il fatto che la tua banca non ha accettato la rinegoziazione e piuttosto, che ridursi gli interessi, ha preferito perdere un cliente”, sottolinea Dona.

Secondo i dati di Bankitalia, precisa l’Unc, considerando le variazioni percentuali nei 12 mesi, i prestiti al settore privato sono scesi dell’1,8% a gennaio, del 2% a febbraio, dell’1,4% a marzo ed aprile, dell’1,2% a maggio, dell’1% a giugno, ultimo mese reso noto da Bankitalia. Si tratta di variazioni evidentemente incompatibili con un boom di erogazioni.

Considerando, in particolare, il solo mese di giugno, aggiunge l’Unione, i prestiti alle società non finanziarie sono scesi dell’1,6%. Solo quelli alle famiglie, hanno fatto registrare un segno positivo, ma si tratta di un misero più 0,1% su base annua.