Anatocismo: Unimpresa contro Tesoro e Bankitalia

redazione -

Secondo l’associazione delle piccole e medie imprese, la proposta di regolamento sulla materia consentirà comunque alle banche di calcolare interessi sugli interessi, nonostante il divieto introdotto nel Testo unico bancario

 

Il nuovo testo dell’articolo 120 del Testo unico bancario lo vieta. Ma l’anatocismo, con cui le banche calcolano (e fanno pagare ai debitori) interessi sugli interessi, uscito così dalla porta, rischia di rientrare dalla finestra attraverso la proposta di delibera messa a punto dalla Banca d’Italia d’accordo con il ministero del Tesoro.

A puntare il dito contro la proposta, che dovrebbe essere adottata dal Cicr (il Comitato interministeriale per il credito il risparmio) per risolvere la questione, è Unimpresa, l’associazione delle micro, piccole e medie imprese, che parla di “norma bluff”.

“Il Tesoro e la Banca d’Italia vogliono salvare l’anatocismo”, dichiara il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. “Prima dichiarano di volerlo abolire definitivamente e poi lo dichiarano pienamente legale trascorsi appena due mesi dallo sconfinamento in rosso sul conto corrente. Si tratta di un intervento vergognoso: non solo perché viene clamorosamente aggirata una legge dello Stato oltre che calpestate numerose pronunce giurisprudenziali, ma soprattutto perché la misura corre il rischio di penalizzare fortemente le micro, piccole e medie imprese che si servono del conto corrente anche come forma alternativa al credito ordinario sempre più negato dalle banche”.

Secondo la proposta Cicr, infatti, trascorsi 60 giorni dall’avvio del rosso sul conto corrente, gli interessi perdono la loro natura e diventano capitale. La misura consentirà pertanto l’applicazione di interessi su altri interessi “vecchi” di appena due mesi.

Le operazioni interessate sono principalmente le aperture di credito in conto corrente e gli scoperti senza affidamento: nel primo caso le banche praticano tassi medi dell’11,64% per importi fino a 5 mila euro e del 9,85% per importi superiori; nel secondo caso, i tassi medi praticati sono pari al 15,95% per importi fino a 1.500 euro e pari al 14,99% per importi oltre 1.500 euro. E in base al nuovo regolamento messo a punto da Bankitalia, questi tassi, a partire dal 1° gennaio 2016, verranno applicati su una base che si allargherà sempre di più ogni due mesi. “Siamo di fronte all’ennesimo favore alle banche da parte del governo che già ha aiutato il settore banco-finanziario con i recenti provvedimenti contenuti nel decreto fallimenti sia per quanto riguarda il fisco sia per le procedure concorsuali”, aggiunge Longobardi.

La posizione della Banca d’Italia appare come una marcia indietro rispetto alle decisioni prese più recentemente dall’istituto, come quella che, lo scorso luglio, ha eliminato dai fogli informativi sui conti correnti ogni riferimento alla possibilità di calcolare interessi sugli interessi.

Numerose anche le sentenze dei Tribunali italiani che, sulla scorta delle nuove disposizioni del Testo unico bancario, hanno condannato singole banche a cessare la pratica.