Pechino svaluta lo yuan

di redazione -

Mossa a sorpresa della banca centrale cinese che taglia la valuta quasi del 2% per combattere il rallentamento dell’economia. Pesanti riflessi su oro, petrolio ed euro

Pechino ha reagito ai pessimi dati economici diffusi ieri con una mossa a sorpresa della banca centrale cinese, che ha svalutato lo yuan, la valuta nazionale, di quasi il 2%.
Si tratta della maggiore operazione degli ultimi vent’anni, che porta la quotazione ufficiale della moneta cinese a 6,2298 (-1,9%) nei confronti del dollaro.

La banca centrale cinese ha spiegato che si tratta di una “svalutazione una tantum”, basata su un nuovo modo di gestire il tasso di cambio in grado di riflettere meglio le forze del mercato.
Le reazioni sui mercato mondiali sono state immediate: gli investitori hanno venduto il dollaro australiano, spesso usato dagli investitori come alternativa alla valuta cinese, e anche altre valute asiatiche hanno perso terreno rispetto al dollaro.

Pesanti i riflessi della manovra cinese sulle quotazioni dell’oro: il metallo giallo con consegna immediata ha ceduto l’1% a 1,093 dollari l’oncia, perché la svalutazione dello yuan fa salire il dollaro rendendo meno appetibile l’investimento nel lingotto.

Giù anche il petrolio, già reduce dalla difficile giornata di ieri poi conclusasi con una risalita temporanea delle quotazioni. Poco fa il greggio Wti del Texas cedeva 50 centesimi a 44,4 dollari al barile mentre il Brent era scambiato a 50,1 dollari con un calo di 27 centesimi.

Ripercussioni, infine, anche sull’euro: la moneta unica perde terreno nei confronti del dollaro a 1,0977 con un ribasso dello 0,39%.
Si apprezza invece lo yen sul biglietto verde, a quota 124,8 (+0,15%).