Draghi frena: prematuro aumentare il Qe

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Serve più tempo per decidere se rafforzare gli stimoli monetari. Occorre capire se il rallentamento economico dei paesi emergenti è temporaneo o permanente

Aumentare gli importi del quantitative easing? Ne aveva parlato il vicepresidente della Bce Vitor Constancio una settimana fa. Ma ora il presidente dell’Eurotower Mario Draghi getta acqua sul fuoco.

E’ ancora troppo presto per decidere l’introduzione di nuovi stimoli all’economia e un rafforzamento del quantitative easing in Europa, ha detto Draghi al Parlamento di Bruxelles. “Serve più tempo – ha spiegato – per determinare se l’indebolimento della crescita nei paesi emergenti è di natura temporanea o permanente e per valutare quali siano le forze trainanti che stanno dietro al calo dei prezzi delle materie prime e dietro ai severi episodi di turbolenze finanziarie”.
Il presidente ha aggiunto che la Bce monitorerà da vicino “tutte le rilevanti nuove informazioni e il loro impatto sulle turbolenze finanziarie”.

Questo aperto invito alla cautela giunge dopo che la Fed guidata da Janet Yellen qualche giorno fa ha rimandato l’insidioso rialzo dei tassi americani motivando la scelta con il rallentamento dell’attività manifatturiera in Cina, scesa ai minimi da sei anni e mezzo, e con i timori di impatti finanziari troppo forti sui paesi emergenti.