S&P: Italia fuori dalla recessione, ma la ripresa è “superficiale”

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Secondo l’agenzia americana sull’economia del paese pesano la bassa crescita dei salari e l’alto tasso di disoccupazione

Dopo tre anni e mezzo di recessione, l’Italia ha finalmente intrapreso la strada della ripresa. Ma è probabile che si tratti di una ripresa “superficiale”, a causa della bassa crescita dei salari e dell’alto tasso di disoccupazione. A dirlo è Standard & Poor’s che ha pubblicato oggi un report sull’Italia. Quei due fattori, aggiunge l’agenzia, frenano la domanda dei consumatori più di quanto accada in altri paesi dell’Eurozona.

“Nel primo trimestre l’economia italiana è ritornata in vita. La fiducia nelle imprese sta migliorando e le indagini sui consumatori mostrano un livello di fiducia che non si vedeva dal 2008 ma la ripresa è debole rispetto ai paesi vicini dell’Eurozona”, scrive il capo economista Jean-Michel Six. Nel primo semestre il Pil reale italiano è cresciuto è cresciuto dello 0,7% contro l’1,2% dell’Eurozona.

Anche le esportazioni italiane stanno migliorando, ma, sottolinea il rapporto, “una ripresa sostenibile avrà ancora bisogno di una forte ondata di investimenti”.

“Il settore bancario italiano rimane vulnerabile e non è in una posizione ideale per sostenere gli investimenti privati”. I crediti “non performing” nel loro complesso sono triplicati dal 2007 fino a raggiungere un massimo storico del 24% del Pil nel giugno 2014, il 16,8% del totale dei crediti. Si tratta di valori superiori di quattro volte alla media europea, e, soprattutto, “oltre l’80% delle sofferenze bancarie sono nel settore corporate”.

“Dalla fine del 2014 si sono visti segni di un’economia che sta rinascendo ma resta ancora molta strada da fare per tornare a tassi di crescita del Pil semplicemente superiori a 1,5%”, conclude S&P.