Fmi: l’Italia va meglio, non l’economia globale

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Rialzo a +0,8% per il Pil nazionale da parte dell’organizzazione guidata da Christine Lagarde che invece taglia le stime sulla crescita mondiale

L’economia italiana sta facendo “meglio del previsto“, nel quadro di un’inflazione intorno allo zero e in un quadro di finanza pubblica stabile rispetto alle stime di luglio, in attesa dei dettagli sulla imminente legge di Stabilità. E’ questo, in sintesi, il giudizio del Fondo Monetario Internazionale sull’andamento dell’economia nazionale, riportato nell’ultimo ‘World economic outlook’ che l’organizzazione guidata da Christine Lagarde aggiorna ogni sei mesi.

Un modesto, ma significativo miglioramento, dunque, che si traduce in una correzione al rialzo delle stime del nostro Pil, portata a +0,8% da +0,7% di luglio per quest’anno e a +1,3% da +1,2% per il prossimo.
In confronto ai numeri appena aggiornati nel Def dal governo Renzi, che scommette su un +0,9% quest’anno e +1,6% nel 2016, le previsioni del Fmi sono più caute o, se vogliamo, quelle del governo sono più ottimistiche.
Circa l’inflazione, la proiezione su quest’anno è stabile a +0,2% (livello identico a quello atteso per la media euro) e quella sul 2016 passa da +0,9% a +0,7%, contro una zona euro a 1%.
Sostanziale ottimismo mostrano poi le prospettive sul mercato del lavoro: rispetto al 12,7% del 2014 il tasso di disoccupazione dovrebbe portarsi a 12,2% quest’anno e 11,9% il prossimo.
Il quadro prospettato dal Fmi a luglio indicava 12,5% per il 2015 e 12,2% per il prossimo anno.

Per una volta sembra che il trend italiano sia migliore di quello dell’eurozona, sempre secondo le previsioni del Fmi, confermate a +1,5% per il 2015 ma limate da +1,7% a +1,6% per l’anno prossimo.
“Nella zona euro la ripresa si è rivelata sostanzialmente in linea alle previsioni di aprile, con una crescita migliore delle attese in Italia ma soprattutto in Irlanda e Spagna, grazie al miglioramento dei consumi, che compensa la performance più debole del previsto dell’economia tedesca” scrive il Fondo.

Per quanto riguarda invece la crescita globale, questa “rimane sfuggente” e “i rischi verso il basso per l’economia mondiale appaiono oggi più pronunciati rispetto a pochi mesi fa”, dice il Fondo.
Di qui una bella sforbiciata alle previsioni: il Pil globale, stima l’Fmi, crescerà del 3,1% quest’anno per poi accelerare al 3,6% il prossimo, con una riduzione dello 0,2% rispetto alle previsioni di luglio in entrambi gli anni e uno stato di salute migliore per le economie avanzate rispetto a quelle emergenti e in via di sviluppo.
Sul quadro complessivo pesano “tre potenti forze”, sottolinea il consigliere economico Maurice Obstfeld, responsabile del dipartimento di ricerca del Fmi. Innanzitutto, la trasformazione in corso dell’economia cinese, che sta spostando i suoi driver dall’export e la manifattura ai consumi interni e ai servizi. Quindi, la caduta dei prezzi delle materie prime. Infine, l’incombente aumento dei tassi d’interesse negli Stati Uniti.