Casse pronte a investire in Bankitalia

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Cinque enti previdenziali dei professionisti sono disposte a sottoscrivere una quota pari ad almeno il 20% del capitale sociale

Cassa forense, Inarcassa (ingegneri e architetti), Enpam (medici e odontoiatri), Cassa ragionieri ed Enpaia (impiegati e dirigenti in agricoltura) potrebbero entrare nel capitale di Banca d’Italia.

Lo hanno annunciato gli stessi enti in una nota, precisando che l’investimento complessivo dovrebbe essere pari ad almeno il 10% del capitale sociale di via Nazionale.

Secondo i presidenti delle cinque casse, “si tratta di un investimento che a un aspetto finanziario sostenibile affianca una scelta dal forte valore simbolico”.

La strada per questo investimento è stata aperta dalla legge 5/2014 che ha rivalutato il capitale della Banca d’Italia, il cui valore era fermo al 1936, portandolo a 7,5 miliardi, e ha abbassato il limite di partecipazione dal 5% al 3%. Le grandi banche, come Intesa Sanpaolo e UniCredit, devono dunque, entro la fine del 2016, cedere parte delle loro partecipazioni. E qui potrebbero intervenire le casse previdenziali.

Per concludere l’operazione è in ogni caso necessario che il consiglio superiore della Banca d’Italia verifichi in via preliminare la presenza dei requisiti richiesti. Secondo alcuni calcoli, la redditività dell’investimento potrebbe essere compresa tra il 4,5 e il 5,5% per cento. Bankitalia non può distribuire dividendi per un importo superiore al 6% del capitale, vale a dire a 450 milioni annui.