Resta al palo il commercio al dettaglio

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In settembre l’indice si è mostrato a -0,1% su agosto. Nonostante la ripresa dell’economia, gli italiani non aumentano gli acquisti. E crescono i negozi che chiudono

Gli italiani continuano a tenere il portafoglio ben chiuso. La stagnazione del commercio al dettaglio è infatti continuata anche in settembre, alla ripresa delle attività dopo la pausa estiva.
L’indice destagionalizzato del valore delle vendite al dettaglio (che incorpora la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi) misurato dall’Istat è diminuito dello 0,1% rispetto ad agosto 2015. Un aumento molto modesto, che preoccupa i commercianti che guardano all’imminente periodo di shopping natalizio.

La Confcommercio, commentando i dati dell’Istat, osserva che la domanda delle famiglie resta debole nonostante la lieve ripresa economica del paese.
Anche Confesercenti, che riunisce i piccoli dettaglianti, parla di “modesta ripresa della spesa delle famiglie”, sottolineando come siano le piccole superfici a soffrire di più e non riescano ad agganciare una ripresa che si rivela ancora debole. Secondo l’associazione, il gap con la grande distribuzione diventa sempre più evidente: lo scarto tra il fatturato delle due forme distributive è stato del 3,1%, più del doppio di quello registrato nel mese di agosto (1,5%).

Un altro dato drammatico che segnala Confesercenti è quello della desertificazione commerciale: nei primi 8 mesi dell’anno si sono registrate oltre 11 mila cessazioni di piccole e medie imprese del commercio al dettaglio.