Bce: le voci sui nuovi stimoli monetari
Allo studio ci sarebbero l’estensione degli acquisti alle obbligazioni regionali e municipali, tassi di deposito a due livelli e riacquisto di crediti ‘impacchettati’ potenzialmente inesigibili
Quali potranno essere i nuovi stimoli monetari annunciati per la riunione della Bce di giovedì 3 dicembre? I funzionari della banche centrali della zona euro starebbero valutando diverse opzioni che ruotano intorno all’imposizione di maggiori oneri sui depositi delle banche presso l’Eurotower e all’acquisto di più titoli di debito.
Ne hanno parlato alla Reuters alcuni funzionari che vogliono mantenere l’anonimato e che hanno citato, tra le possibilità allo studio, anche un’estensione degli acquisti da parte della banca centrale europea alle obbligazioni emesse da regioni e municipalità.
Non solo. Tra le ipotesi ci sarebbe anche l’opzione di un doppio livello di tasso sui depositi – secondo la loro durata e l’ammontare – e eventuali riacquisti di crediti ‘impacchettati’ potenzialmente inesigibili, anche se un passo radicale in questo senso viene definito, per il momento, improbabile.
Nulla trapela ufficialmente dall’istituto guidato da Mario Draghi. Sempre secondo le fonti, all’interno della Bce ci sarebbero pareri contrastanti. E la discussione, a soli otto giorni dal direttivo, viaggerebbe in alto mare nonostante le molte settimane di confronti.
Il punto, si sa, è far salire l’anemica inflazione nell’area dell’euro aumentando il quantitative easing che va avanti dal marzo scorso.
Ma quali sono le aspettative degli investitori? Sempre la Reuters, in un sondaggio condotto tra 46 economisti, rileva come sia opinione diffusa il fatto che la Bce non possa tirarsi indietro dopo aver segnalato chiaramente tale intenzione nelle scorse settimane.
L’80% degli intervistati è certo che la Bce annuncerà davvero nuove misure di stimolo aspettandosi in particolare un taglio di 10 punti base al tasso dei depositi, che scenderebbe dall’attuale -0,20 a -0,30%.
Circa un aumento del Qe, gli economisti sono concordi nel ritenere che questo avverrà tramite un aumento dell’importo degli acquisti mensili a 75 miliardi dai 60 attuali, oppure tramite un prolungamento oltre settembre 2016, o addirittura entrambe le misure.