Emissioni di Co2: la Ue raggiunge gli obiettivi con otto anni di anticipo

di Rosaria Barrile - rosaria.barrile@lamiafinanza.it -

Fondamentale il ruolo dell’Italia che ha contribuito per il 45% del totale alla riduzione, secondo i dati dell’Agenzia europea per l’ambiente

Le emissioni di anidride carbonica nell’Unione europea continuano a calare, rendendo sempre più vicini gli obiettivi fissati dal Climate Energy Package, un insieme di norme vincolanti a livello europeo per la tutela ambientale.

Grazie alla riduzione dell’1,3% tra il 2011 e il 2012 il taglio delle emissioni è arrivato al 19,2% sotto i livelli del 1990, secondo i dati ufficiali forniti dall’Agenzia europea per l’ambiente.

L’Unione Europea raggiunge così l’obiettivo di riduzione del 20% con otto anni di anticipo rispetto alla scadenza del 2020. Fondamentale è stato l’apporto dell’Italia, che da sola ha contribuito per il 45 % del totale alla riduzione netta delle emissioni dell’Ue nel 2012, in gran parte a causa del taglio delle emissioni nel settore dei trasporti e dell’industria.

L’Unione avrebbe inoltre dimostrato di essere molto vicina agli obiettivi esclusivamente attraverso interventi di tipo domestico. I primi 15 Stati membri dell’Ue, firmatari congiunti del protocollo di Kyoto, si erano dati l’obiettivo collettivo di riduzione media delle emissioni dell’8% nel periodo 2008-2012.

Questo gruppo di paesi ha ridotto invece in quel periodo le emissioni in media dell’11,8% senza ricorrere ai crediti risultanti dai meccanismi del protocollo di Kyoto. In sintesi, la riduzione delle emissioni nel periodo 2008-2012 nella Ue a 15 è stata in termini assoluti superiore alle emissioni totali della Spagna nel 2012.

A favorire il costante abbattimento delle emissioni, una tendenza che è proseguita anche nel 2013 come rilevato da Eurostat, è stato il contributo dato dal settore dei trasporti e dell’industria e il ricorso crescente a fonti di energia rinnovabili.

Tra i Paesi più virtuosi, dopo l’Italia, si colloca la Polonia, che ha ridotto drasticamente il consumo di combustibili fossili come il carbone. La maglia nera invece va al Regno Unito e alla Germania dove, in contrasto con la generale tendenza alla riduzione a partire dal 1990, le emissioni sono aumentate a causa del ricorso a combustibili solidi fossili.