Apple di nuovo sotto accusa per le condizioni di lavoro

di redazione - redazione@lamiafinanza-green.it -

Un’inchiesta della Bbc denuncia lo sfruttamento degli operai nelle fabbriche della Pegatron, a Shanghai, e nelle miniere dell’Indonesia che riforniscono Cupertino

Le condizioni di lavoro degli operai delle fabbriche che forniscono Apple sono al centro di un’inchiesta pubblicata nei giorni scorsi dal programma della Bbc Panorama, realizzata da due giornalisti sotto copertura. I filmati mostrano le fasi di produzione dell’iPhone 6, nella fabbrica della Pegatron, il principale fornitore asiatico di Apple, alla periferia di Shanghai.

Tra le situazioni denunciate dall’inchiesta, vi sono turni di lavoro di oltre 12 ore, pessime condizioni dei dormitori, l’impiego di manodopera minorile e ore di lavoro non pagate. Un reporter è stato costretto a lavorare per 18 giorni consecutivi senza un giorno di riposo, nonostante le sue ripetute richieste. L’altro ha lavorato ininterrottamente per 16 ore.

Apple ha rifiutato di concedere interviste alla trasmissione, ma in un comunicato ha detto che “nessun’altra compagnia fa quanto Apple per assicurare condizioni di lavoro eque e sicure”. “Lavoriamo con i nostri fornitori per superare le mancanze, e i miglioramenti sono continui e significativi”, aggiunge la casa di Cupertino, “ma sappiamo che il nostro lavoro non è mai finito”.

Secondo la Apple, che sottolinea di tenere sotto osservazione l’orario di lavoro di oltre un milione di persone, i dipendenti della Pegatron lavorano in media 55 ore la settimana.

Diverso è ciò che emerge dall’inchiesta di Panorama. Gli straordinari, per esempio, dovrebbero essere volontari, ma ai due giornalisti sotto copertura non è mai stata offerta la possibilità di scegliere se farli o no. In aggiunta agli straordinari, uno dei due reporter ha dovuto partecipare a riunioni di lavoro non pagate e l’altro è stato alloggiato in un dormitorio angusto con altri 12 lavoratori.

Apple sostiene che il problema del sovraffollamento dei dormitori ora è risolto, e che chiederà ai suoi fornitori di pagare retroattivamente i lavoratori ai quali non sono stati retribuiti i meeting. Anche Pegatron ha risposto alla Bbc, annunciando indagini in merito alle situazioni denunciate e provvedimenti.

L’inchiesta di Panorama ha toccato anche l’isola di Bangka in Indonesia, dove si trovano altri fornitori di Apple. E dove, a dispetto dell’impegno proclamato da Apple per metodi etici di estrazione dei minerali, hanno scoperto situazioni di estremo pericolo nelle miniere di stagno, dove sono costretti a scavare anche bambini, e dove i minatori rischiano di essere sepolti vivi da crolli delle mura di sabbia.

La società fondata da Steve Jobs era finita pesantemente sotto accusa per le condizioni di lavoro nelle fabbriche dei suoi fornitori già nel 2010, in seguito ai suicidi di 14 lavoratori della Foxcomm, in Cina. Dopo il clamore di quella vicenda Apple ha definito una serie di standard per le condizioni dei lavoratori, e ha trasferito gran parte della lavorazione dei suoi prodotti nelle fabbriche della Pegatron. Ma i problemi sembrano lontani dall’essere risolti.