Borse asiatiche, il crollo travolge anche Wall Street

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Dopo il -7% della Borsa di Shanghai e il -8 del listino di Shenzhen, New York viaggia a -2%. E in Europa va anche peggio, con Francoforte che cede oltre il 4%

 

Il 2016 delle Borse si è aperto in maniera catastrofica con il crollo, stamattina, dei mercati cinesi di Shanghai e Shenzhen che hanno lasciato sul terreno rispettivamente il 7 e l’8%.
L’Europa ha risentito subito, fin dall’apertura delle contrattazioni, di questa seduta drammatica sulle piazze asiatiche e anche Wall Street in avvio ha segnato un rosso del 2%.

Intorno alle 16 (ora italiana) Francoforte va a picco di oltre il 4%, Parigi cede il 2,45% e Londra il 2,13%.
Malissimo anche Milano, con il FtseMIb che affonda del 2,64%.

A provocare queste gravi difficoltà sui mercati è una combinazione di fattori che vanno dal rallentamento dell’economia di Pechino al rialzo dei tassi di interesse attuato dalla Fed a fine anno. Il conseguente apprezzamento del dollaro mette in sofferenza tutti i paesi indebitati in valuta americana.
Poi ci sono i venti di guerra “islamici”, con lo scontro tra alcuni paesi del Golfo e l’Iran. Tutti impoveriti da quel petrolio che viaggia a prezzi talmente depressi da mettere in pericolo la stessa Opec, l’organizzazione dei maggiori produttori.

E non è tutto. Tornando alla Cina, stanotte le Borse di Shanghai e Shenzhen avrebbero potuto perdere anche di più se non fossero scattati i meccanismi automatici di sospensione degli scambi.
Gli scambi sono infatti stati sospesi alle 13.28 di oggi – le 6.28 del mattino in Italia – dopo che le azioni erano sprofondate di oltre il 7%, azionando il sistema di interruzione dei mercati – attivo da oggi – che prevede il fermo delle contrattazioni fino a fine giornata nel caso di ribassi (o di rialzi) superiori al 7% dei titoli dell’indice Csi 300 (che calcola la performance dei trecento maggiori titoli cinesi di classe A quotati sia a Shanghai che a Shenzhen).
L’indice Composite della Borsa di Shanghai si è così fermato a 3296,66 punti, in ribasso del 6,98%, mentre il listino di Shenzhen è crollato dell’8,2%, prima della fine anticipata delle contrattazioni.