Come recedere dal fondo pensione?

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Trascorsi due anni è possibile trasferire la propria posizione a un altro ente di previdenza integrativa. Ma questo significherebbe perdere il contributo del datore di lavoro. Meglio sarebbe affiancare l’iscrizione a un fondo aperto o a un Pip mantenendo aperta la posizione

Dal 2014 sono iscritta al fondo pensione per i dipendenti pubblici Perseo-Sirio. Non sono stata messa a conoscenza di alcune clausole e pertanto vorrei recedere dal contratto nonostante abbia letto che ciò non è possibile. Chiedo gentilmente il vostro aiuto per capire come fare. Cordiali saluti, D.P.

Risponde David Canaletto

La nostra lettrice è da circa due anni iscritta a Perseo Sirio, il fondo pensione negoziale dei dipendenti della pubblica amministrazione e della sanità. L’obiettivo è di costituirsi una pensione integrativa mediante il versamento dei propri contributi, di quelli derivanti dal suo Tfr, e di quelli versati a suo favore dall’ente pubblico per cui lavora.

Non conoscendo i motivi per cui la signora abbia in animo di uscire dal fondo Perseo Sirio, le confermiamo che, senza una serie di precisi requisiti, ella non potrà recedere, o meglio, non potrà riscattare la sua posizione e rientrare dei versamenti già effettuati. Questo blocco non deriva da una volontà negoziale di Perseo Sirio ma direttamente dalla legge che regola la materia (articolo 14 del decreto legislativo 252 del 5 dicembre 2005). Vale per tutte le forme pensionistiche complementari, anche per quelle private come i fondi pensione aperti e i piani previdenziali individuali (Pip) istituiti da banche e assicurazioni.

Il riscatto totale dell’intera posizione dell’aderente è possibile solo in caso di cessazione dell’attività lavorativa che comporti l’inoccupazione per un periodo di tempo superiore a 48 mesi. Vi sono altri presupposti che permettono il riscatto riferiti a gravi malattie o infortuni.

È un divieto che può apparire molto penalizzante poiché l’adesione ad un fondo pensione è una soluzione d’investimento finalizzato, che potrebbe durare tutta la vita lavorativa di ciascun aderente. Ma si tratta del prezzo da pagare in cambio delle agevolazioni fiscali che lo Stato concede, sia durante la fase di contribuzione, sia in quella di godimento della pensione integrativa. Ci riferiamo in particolare alla deduzione dal reddito annuale dei contributi versati che permette un risparmio fiscale annuo molto consistente, che è un incentivo, per favorire la diffusione della previdenza privata con l’obiettivo di integrare di quella pubblica, sempre più ridotta.

Ciò premesso, quali sono le possibili vie di uscita per la nostra lettrice?

Essendo trascorsi due anni dall’iscrizione al fondo Perseo Sirio, può trasferire la propria posizione maturata a un’altra forma previdenziale (fondo pensione aperto o Pip). In tal caso, cesserà definitivamente il rapporto con Perseo Sirio, ma deve tener conto del fatto che il suo datore di lavoro sarà sciolto dall’obbligo di versarle il contributo dell’1%, che quindi andrà perduto.

Sarebbe perciò più conveniente mantenere la sua posizione in Perseo Sirio: potrà così usufruire, se versa almeno l’1% del proprio stipendio annuo, dell’ulteriore 1% versato dal datore di lavoro; a questo si aggiunge anche un’assicurazione sanitaria integrativa in omaggio.

Nello stesso tempo potrebbe contemporaneamente aderire, su base individuale, a un fondo pensione aperto o ad un Pip. Se continuerà a versare ad entrambi i fondi non perderà il vantaggio del contributo del proprio datore di lavoro, nonché del versamento del Tfr. Cumulando le due contribuzioni, potrà così dedurre annualmente dal suo reddito fino a 5.164,57 euro, e alla fine del periodo contributivo potrà incassare due pensioni integrative frutto delle rispettive contribuzioni.