L’inflazione resta inchiodata a +0,1%
Nel 2015, dice l’Istat, un piccolo calo dal +0,2% dell’anno precedente, con l’indice fermo a dicembre. Le “spinte contrapposte”
Niente da fare per la dinamica dei prezzi al consumo italiani. Nonostante da marzo la politica monetaria della Bce lavori a pieno ritmo per risollevare un po’ di inflazione nelle economie europee, da noi l’indice chiude il 2015 sostanzialmente fermo, anzi a ben vedere persino con un piccolo passo indietro rispetto all’anno precedente. E tutto ciò per il terzo anno consecutivo.
I dati definitivi di Istat misurano l’indice Nic dei prezzi al consumo a +0,1% dal +0,2% registrato nel 2014. Il Nic è rimasto fermo a dicembre, ed è salito dello 0,1% sullo stesso periodo dell’anno precedente.
L’istituto di statistica nazionale spiega che “la stabilità dell’inflazione a dicembre 2015 sintetizza spinte contrapposte: da un lato accelera la crescita dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,9%, da +0,6% di novembre) e si riduce ulteriormente l’ampiezza della flessione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (-8,7%, da -11,2% di novembre); dall’altro si inverte la tendenza dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (-1,7%, da +0,6% di novembre) e rallenta la crescita di quelli degli alimentari non lavorati (+2,3%, da +3,2%)”.
L’inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, scende a +0,6% dal +0,7% di novembre. Al netto dei soli beni energetici l’inflazione rallenta a +0,7% da +0,8%.
Delude anche la dinamica dei prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza, che registrano una flessione congiunturale di 0,2 punti e si mantengono fermi su base annua.I prezzi degli alimentari e dei prodotti per la cura della casa e della persona scendono dello 0,3% su mese e salgono dello 0,9% in termini tendenziali.