E i mutui diventano sempre più a buon mercato

-

Gli spread applicati dalle banche sono calati sia per i finanziamenti a tasso fisso sia per i variabili. Diminuisce, secondo i dati dell’osservatorio Crif – Mutuisupermarket, l’incidenza delle surroghe sul totale

Sono calati i prezzi delle case, ma anche i costi dei mutui per comprarle: le condizioni per una ripresa del mercato immobiliare ci sono tutte, come testimoniano anche i dati più recenti diffusi dall’Istat.

A misurare la riduzione dei tassi applicati sui finanziamenti è l’osservatorio Crif – Mutuisupermarket, che testimonia un’offerta di credito “quanto mai favorevole per privati e famiglie”.

Secondo l’osservatorio, alla fine del 2015 i migliori spread applicati dalle banche sui mutui a tasso variabile erano scesi all’1,6%, contro l’1,8% rilevato nel primo trimestre dell’anno (meno 15%). Ancora più marcata la riduzione per i mutui a tasso fisso, con gli spread passati da 1,9% a 1%, ben il 47% in meno.

Lo spread è il margine applicato dalla banca in aggiunta al tasso di interesse: per esempio, per un mutuo a tasso variabile si applica normalmente l’Euribor (di solito nella scadenza a tre mesi) più appunto lo spread. Una riduzione di entrambi i valori, si traduce in un deciso risparmio per i consumatori.

E anche il tasso Euribor risulta attualmente a livelli storicamente bassissimi: addirittura negativo per la durata a tre mesi.

Nei primi nove mesi dell’anno, ricordano Crif e Mutuisupermarket, le nuove erogazioni sono aumentate del 65%.

Si è ridotto, in parallelo, il bacino di potenziali mutuatari interessati alla surroga del vecchio mutuo: molti sono ormai coloro che hanno già fatto il loro trasloco, in cerca di condizioni più convenienti. Secondo l’osservatorio, l’incidenza delle surroghe sul totale delle erogazioni, sul canale online, è passato dal 65% del terzo trimestre 2015 al 60% del quarto trimestre 2015.

I nuovi mutuatari tendono inoltre a orientarsi verso importi più contenuti rispetto al passato: dai 124.800 euro medi rilevati all’inizio del 2014, si è scesi a 119.600 euro. L’andamento si spiega sia con i valori più ridotti degli immobili rispetto al passato, sia con la volontà di contenere quanto più possibile il peso delle rate sul reddito. A ciò si aggiunge la quota rilevante di mutui rinegoziati, il cui valore è per natura inferiore.

Secondo l’osservatorio, i prezzi degli immobili residenziali nel quarto trimestre 2015 hanno segnato un calo del 3,2% dopo il meno 1,9% registrato nel terzo trimestre. Nell’intero anno, il calo risulta quindi del 2,4% rispetto al 2,4%.

Nel periodo 2010/2015, inoltre, il prezzo medio al metro quadro degli immobili oggetti di mutuo è calato del 16%.