Fisco: crescita record per le tasse locali

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Secondo una ricerca Confcommercio-Cer, negli ultimi 20 anni sono cresciute del 248%, arrivando al 15% delle imposte dirette

La pressione fiscale riconducibile alle amministrazioni locali è ai massimi storici: negli ultimi 20 anni, fra il 1995 e il 2016 è cresciuta del 248%, passando da 30 a 103 miliardi di euro. Nello stesso periodo le tasse centrali sono cresciute “solo” del 72%, da 228 a 393 miliardi di euro.

A fare i conti è la Confcommercio che ha realizzato con il Cer l’indagine “La legge di stabilità 2016 e le prospettive della tassazione locale in Italia”.

Nel 1998, aggiunge la ricerca, meno del 9% dell’imposizione diretta era riconducibile alle amministrazioni locali, ma alla fine del 2014 la quota è salita al 15%.

Dal 2011 al 2015 le imposte sugli immobili sono cresciute del 143%, passando da 9,8 a 23,9 miliardi di euro, mentre la tassa sui rifiuti è cresciuta del 50%.

Nel 2016 le imposte sugli immobili caleranno del 19% rispetto all’anno scorso, grazie alla riduzione sulla prima casa, ma complessivamente le imposte sugli immobili e sui rifiuti cresceranno complessivamente dell’80% rispetto al 2011, passando da 15,4 miliardi a 27,8 miliardi di euro.

L’indagine rileva inoltre notevoli differenze a livello territoriale: un contribuente romano con imponibile Irap e Irpef pari a 50mila euro, per esempio, paga oltre 2mila euro l’anno in più di un “collega” trentino, mille euro in più di un milanese e 1.550 in più di un fiorentino.

Quanto alle prospettive, nel 2016-17 la tassazione locale dovrebbe scendere al 5,5% del Pil, sempre grazie alla eliminazione dell’imposta sulla prima casa. Il peso delle imposte dirette locali resterebbe invece fermo al suo livello massimo (2,2% del Pil) per tutto il 2016, per scendere di due decimi solo nel 2017.

A sottolineare la continua crescita delle imposte locali era stata, nei giorni scorsi, la Cgia, che ha calcolato che, nel 2016, l’addizionale Irpef porterà nelle casse di regioni e comuni oltre 15 miliardi di euro.