La Sardegna sceglie l’impact investing

di Rosaria Barrile -

Tramite un fondo di 8 milioni di euro verranno finanziati interventi a favore di progetti di imprenditoria sociale

Grazie a un fondo strutturato secondo i criteri del social impact investing, la regione Sardegna tenterà di far ripartire l’imprenditoria locale.

Il fondo, che avrà una dotazione iniziale di 8 milioni di euro, servirà a finanziare progetti che hanno l’obiettivo di produrre ricadute economiche e sociali positive, misurabili e verificabili. In questo modo la regione Sardegna diventa la prima amministrazione pubblica a passare da un sistema di sussidi a fondo perduto a uno che punta su un maggior coinvolgimento delle parti sociali e di tutti gli attori potenzialmente interessati per non sprecare risorse.

Come precisato in una nota ufficiale, “la logica è quella dei fondi rotativi, che si autorigenerano attraverso il rientro dei finanziamenti erogati. A questa caratteristica si affianca, per gli investitori privati, la possibilità di contemplare un sistema di remunerazione in funzione dei risultati raggiunti, grazie al risparmio derivante dalla scelta di attivazione del fondo”.

A essere finanziati, tramite prestiti, capitale di rischio o emissione di obbligazioni, potranno essere progetti riguardanti l’integrazione e l’inclusione di lavoratori espulsi da settori in crisi come il tessile, il chimico e l’alluminio. Ma anche interventi di politica attiva destinati ai giovani tra i 15 e i 20 anni con difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro e a rischio di esclusione sociale. Tra le priorità del fondo, che è stato approvato dalla giunta regionale ai primi di febbraio, anche attività di formazione e orientamento per favorire il reinserimento nel mercato del lavoro di detenuti ed ex detenuti. Potranno inoltre essere sostenuti interventi a favore dell’ambiente e della valorizzazione del patrimonio culturale.

A gestire il fondo sarà Sfirs, la finanziaria della regione Sardegna che opererà sulla base di un accordo, che dovrebbe diventare operativo entro la fine del mese, in cui saranno disciplinate le modalità di funzionamento.

L’iniziativa, sottolinea la giunta, risponde all’invito della Commissione Europea a utilizzare strumenti di finanza sociale per generare ritorno economico e affrontare problemi come l’inclusione attiva delle persone escluse dal mercato del lavoro, la carenza di servizi sociali e il degrado ambientale.