Crolla l’export cinese

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In febbraio il calo è stato di oltre il 20%, che sale al 25% se calcolato in dollari. Le importazioni sono diminuite del 13,8%

Il rallentamento dell’economia cinese, sempre più evidente (il nuovo obiettivo ufficiale di crescita del Pil è stato fissato al 6,5% per il 2016, contro il 7% dell’anno scorso), colpisce ora proprio il tradizionale fattore trainante, le esportazioni.

In febbraio le esportazioni sono calate del 20,6% rispetto a un anno prima: un dato che, se calcolato in dollari anziché in yuan, sale, per effetto della svalutazione della valuta cinese, al 25%. E’ il calo più pesante dal maggio 2009.

In decisa frenata anche le importazioni, diminuite del 13,8%. 

Il surplus commerciale della Cina è di 209,5 miliardi di yuan, poco meno di 32,2 miliardi di dollari, con un calo del 43,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; in totale, il valore del commercio estero cinese a febbraio è calato del 15,7%, a 1.430 miliardi di yuan, circa 220 miliardi di dollari.

E restando in Asia, il Giappone registra un ulteriore calo del Pil, nel trimestre ottobre – dicembre, anche se la contrazione è rallentata passando a meno 0,3% dal meno 0,4% dei tre mesi precedenti. Il dato annualizzato segna una flessione dell’1,1% dal precedente meno 1,4%.

Calati in particolare i consumi privati, che contribuiscono al 60% del Pil giapponese, e che nel trimestre si sono ridotti dello 0,9%. Gli investimenti delle aziende sono invece aumentati dell’1,5%.

Nell’intero 2015 il Pil del Giappone è salito dello 0,5%.