Mutui, pronte le modifiche al decreto

di Rosaria Barrile -

La casa passerà alla banca, che potrà metterla in vendita direttamente, soltanto dopo 18 rate non pagate e con il consenso del mutuatario

Sembra avviarsi ormai a conclusione il dibattito sulla revisione dei contenuti del decreto legislativo che recepisce la direttiva europea sui mutui.

La maggioranza ha infatti proposto alcuni correttivi, tra cui quelli auspicati dalle associazioni dei consumatori, da applicare alla norma.

La novità più importante della nuova procedura, sulla cui applicazione da parte delle banche dovrà vigilare Bankitalia, è che sale da sette a 18 il numero di rate non pagate, anche non consecutive, per far scattare l’inadempienza. Il decreto inoltre non avrà valore retroattivo ovvero potrà applicarsi solo per i contratti di mutuo stipulati in data successiva all’approvazione della norma. Viene infatti precisato come la nuova normativa sull’inadempimento non si applica ai contratti già in essere, neppure in caso di surroga.

La maggioranza quindi proporrà in commissione Finanze, alla Camera come al Senato, queste modifiche al testo, che dovrebbero essere rese poi definitive dal governo, che si è già espresso a favore.

Che cosa accadrà quindi con l’approvazione finale del testo del decreto?

Chi andrà a chiedere un mutuo in banca potrebbe vedersi proporre la nuova clausola sulla possibilità di cedere la casa alla banca per estinguere l’eventuale debito in caso di mancato pagamento di 18 rate anche non consecutive. La clausola è facoltativa e chi chiede un mutuo non potrà essere in alcun modo obbligato a sottoscriverla.

In caso di inadempimento tuttavia la banca non entra in possesso della casa automaticamente, così come era previsto nella prima stesura del decreto: l’immobile potrà essere messo in vendita solo con uno specifico “atto di disposizione” dell’immobile da parte del consumatore.

In caso di vendita della casa, inoltre, la banca non potrà incassare tutto il ricavato: l’eventuale eccedenza rispetto al debito da saldare dovrà essere versata al titolare del mutuo.

E se, al contrario, dalla vendita si ricava un importo insufficiente a pagare il debito? Su questo punto la legge è chiara: “il trasferimento del bene immobile alla banca, a seguito dell’inadempimento, comporta l’estinzione del debito anche se il valore dell’immobile è inferiore a quello del debito residuo”.

Altro nodo che l’intervento della maggioranza ha contribuito a sciogliere è quello dell’intervento di un perito esterno per la valutazione della casa. Questa deve essere effettuata da un perito indipendente nominato dal Tribunale e non più dalle parti, mentre “il consumatore deve essere assistito da un esperto di sua fiducia”.