Risparmio: Padoan apre ai piani individuali

di redazione -

Il governo, ha detto il ministro dell’Economia intervenendo al Salone di Milano, sta valutando misure per favorire strumenti di gestione specializzati per investire nelle imprese. Il nodo fiscale

“Il governo sta valutando l’introduzione di misure volte a indirizzare il risparmio verso le imprese e favorire così lo sviluppo di strumenti di gestione specializzati. Per questo guardiamo con attenzione alle esperienze degli altri paesi per l’introduzione di piani individuali del risparmio”. Lo ha affermato oggi il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, intervenendo alla sessione inaugurale del Salone del risparmio, in corso a Milano fino all’8 aprile.

La legislazione italiana prevede già questi strumenti (introdotti nel 2011 dal decreto legge 138), ma ancora non sono stati varati i provvedimenti attuativi. Inoltre sulla materia si sta ragionando a livello europeo, con la proposta dei “Peeps”.

Si tratterebbe di offrire uno strumento in più ai risparmiatori che vogliono investire nel lungo periodo, e quindi in un’ottica previdenziale, giocando inoltre un ruolo importante nel sostenere le imprese e l’economia. I Peeps dovrebbero godere della portabilità in tutta l’Unione europea e potrebbero rivelarsi particolarmente adatti ai lavoratori delle piccole imprese, che non possono contare né sui fondi pensione aziendali o di categoria.

In alcuni paesi europei come la Francia, la Germania e l’Inghilterra, la ritenuta fiscale è ridotta o azzerata per i piani di risparmio che investono nelle piccole e medie imprese e nelle infrastrutture con un orizzonte temporale di almeno cinque anni.

“I Pir rappresentano una delle soluzioni di maggiore interesse per far fronte alle necessità di sviluppo e alle mutate condizioni della nostra economia”, ha sottolineato Tommaso Corcos, presidente di Assogestioni, nel corso del suo intervento all’apertura del Salone del risparmio. “Consentono di rispondere efficacemente sia alle esigenze degli investitori che hanno bisogno di un forte incentivo per investire nel mercato azionario e ampliare l’orizzonte temporale dei propri investimenti, sia delle imprese che potrebbero contare su risorse stabilmente destinate alla produzione di beni e servizi”.

“Ma per il successo di piani previdenziali di lungo termine servono incentivi fiscali”, ha aggiunto Corcos. “Ciò che è un bene per la nostra industria è un bene per l’Italia: non chiediamo incentivi fiscali per far prosperare l’industria, ma perché pensiamo sia fondamentale per lo sviluppo degli strumenti di lungo termine a sostegno dell’economia reale”.