Un piano europeo per i diritti umani in azienda

di redazione -

L’Hub on Business & Human Rights pubblica sei principi chiave ai quali ispirare le politiche delle imprese

Assicurare il rispetto dei diritti umani in ambito aziendale è una sfida complessa e di grande attualità. E non riguarda solo paesi lontani, economie emergenti dove la corporate governance sta muovendo i primi passi. Le catene di fornitura sono sempre più globali e difficili da controllare, e anche per le imprese europee c’è il rischio che lungo di esse si nascondano violazioni e abusi di ogni genere: abusi nella filiera, discriminazione in base al genere, all’età o all’orientamento sessuale, lavoro forzato, violazioni della privacy.

Lo European Hub on Business & Human Rights, nato nel 2014 con l’obiettivo di favorire l’integrazione dei diritti umani nelle politiche e nei processi aziendali, ha messo a punto il Blueprint on Business & Human Rights: sei principi-chiave da cui le imprese, indipendentemente dalla cultura aziendale, dal tipo di attività o dal posizionamento delle diverse funzioni, dovrebbero partire per mettere il rispetto dei diritti umani al centro della loro attività.

L’Hub coinvolge attualmente 150 imprese europee ed è coordinato da Csr Europe e promosso in Italia da Fondazione Sodalitas.

Questi i sei principi:

1. Leadership interfunzionale. I diritti umani, per permeare davvero la cultura aziendale, non possono essere ricondotti – in termini di competenza e di responsabilità – ad una funzione specifica, ma devono superare le divisioni di area coinvolgendo attivamente tutte le funzioni rilevanti

2. Responsabilità condivisa. Oltre al superamento dei “silos” funzionali, è fondamentale che al personale operativo vengano affiancati anche professionisti esperti in materia di diritti umani. Il lavoro congiunto rende possibile l’analisi puntuale di casi specifici e l’individuazione delle modalità più efficaci per affrontarli

3. Incentivazione. Per alimentare la consapevolezza dell’importanza del rispetto dei diritti umani in azienda può essere utile misurare le prestazioni e prevedere degli incentivi, creando un meccanismo virtuoso di competizione ed emulazione

4. Formazione continua. Anche in materia di diritti umani andrebbe applicato il principio della formazione continua, grazie al quale creare una cultura aziendale forte, consapevole, costantemente aggiornata e capace di passare “dalla teoria alla pratica”, rendendo esperienza il rispetto dei diritti esperienza quotidiana anche nell’operatività

5. Comunicazione bidirezionale, quindi sia una comunicazione dall’alto verso il basso da parte dei leader – che sia chiara, frequente e trasversale – sia una comunicazione dal basso verso l’alto, con cui portare all’attenzione dei vertici difficoltà, successi e sfide in atto.

6. Rivedere, analizzare, integrare. Perché questo percorso verso la messa al centro dei diritti sia efficace, è fondamentale individuare indicatori specifici con cui valutare sforzi ed impatti.

Il documento presenta inoltre 55 esempi di buone pratiche d’impresa.