G20, nel mirino le svalutazioni competitive

-

Nel vertice di Chengdu, in Cina, il Brexit è stato al centro delle discussioni. Solo un accenno alla crisi turca e agli attentati di Nizza e Monaco

L’uscita della Gran Bretagna dall’Ue “ha aggiunto incertezza” all’economia mondiale, ma i Paesi del G20 sono “ben posizionati per rispondere proattivamente alle conseguenze economico-finanziarie”. E’ questa la sintesi degli incontri svoltisi nel fine settimana a Chengdu, in Cina, dove si sono riuniti i ministri delle finanze e i governatori delle banche centrali delle 20 più grandi economie del mondo.

Neppure un accenno al tentato colpo di Stato e alla conseguente crisi politico-sociale in Turchia, così come ai gravissimi attentati di Nizza e Monaco di Baviera, tranne un generico richiamo fatto dal ministro delle finanze cinese, Lou Jiwei, che ha parlato di conflitti geopolitici, terrorismo e flussi di rifugiati, che “complicano il contorno economico mondiale”.

Tutti, invece, hanno condannato il ricorso a svalutazioni competitive, ritenute dannose per l’economia mondiale e hanno espresso l’augurio che la Gran Bretagna guidata da Theresa May in futuro faccia in modo di “rimanere un partner stretto dell’Ue”.

Molti partecipanti hanno fatto pressioni sul Regno Unito, perché chiarisca al più presto le sue intenzioni, ma Londra ha già preso tempo sino al 2017.
Al termine della riunione il neoeletto Ministro delle finanze britannico, Philip Hammond, ha confermato la possibilità di varare una “risposta di bilancio” al rischio Brexit, ma per quello bisognerà attendere l’autunno.