Istat: preoccupano consumi e clima di fiducia

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Ancora non quantificato l’effetto della Brexit. Ma per la crescita italiana si prospetta un rallentamento

“Segnali meno favorevoli provengono dai consumi, dal clima di fiducia delle famiglie e dalle imprese dei servizi. In questo quadro, l’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana ha segnato un’ulteriore discesa, prospettando un rallentamento nel ritmo di crescita dell’attività economica nel breve termine”: sono queste le indicazioni degli economisti dell’Istat, che ha pubblicato oggi la propria nota mensile sull’andamento dell’economia.

Un giudizio, peraltro, che ancora non tiene conto degli effetti della Brexit: “In assenza di una quantificazione dei possibili effetti economici dell’esito del referendum del Regno Unito”, l’indicatore prosegue la sua tendenza al rallentamento in atto dall’inizio dell’anno (vedere grafico qui sotto).

Indicatore anticipatore (indice 2005 = 100)

Indicatore anticipatore luglio 2016
Fonte: Istat

Secondo il documento, in ogni caso, “prosegue la fase di crescita moderata dell’economia italiana sostenuta dal miglioramento dei ritmi produttivi dell’attività manifatturiera e dai primi segnali di ripresa delle costruzioni, in presenza di un recupero della redditività delle imprese e di un aumento dell’occupazione”.

Nel primo trimestre del 2016, “le performance delle società non finanziarie hanno confermato la tendenza al miglioramento dei mesi precedenti: rispetto al trimestre precedente il valore aggiunto è aumento dell’1,2%, il risultato lordo di gestione dell’1,5% e gli investimenti fissi lordi dell’1,0%”.

Ma il clima di fiducia non migliora di pari passo: l’evoluzione degli indici di fiducia nel secondo trimestre è stata “modesta ed eterogenea”, con un “lieve miglioramento dei giudizi delle imprese manifatturiere e di costruzione a fronte del peggioramento di quelli delle imprese dei servizi di mercato e del commercio”.

Lo scorso maggio l’Istat ha rivisto al ribasso il Pil 2016 a più 1,1% (dalla precedente stima di più 1,4%)  e contro il più 1,2% indicato dal Governo. E ha previsto un rallentamento della crescita nel breve periodo.