Mutui: effetto Brexit, calano i tassi sul “fisso”

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L’interest rate swap si è dimezzato rispetto a febbraio: così il costo dei finanziamenti a rata costante si avvicina a quello dei variabili

Non tutti gli effetti della Brexit sono negativi: a trarre vantaggio dalle conseguenze della decisione della Gran Bretagna di uscire dall’Ue saranno, per esempio, coloro che decidono di sottoscrivere un nuovo mutuo a tasso fisso.

Secondo i dati di mutuionline.it, il primo comparatore di mutui via internet italiano, oggi è possibile scontare, per esempio su una durata ventennale, un tasso fisso dell’1,8%, di poco superiore a quello di un mutuo a tasso variabile.

Quando una banca emette i finanziamenti a tasso fisso, spiega MutuiOnline, per tutelarsi nel caso di un futuro rialzo dei tassi ricorre a speciali contratti chiamati swap. Su questi paga un tasso di interesse, l’interest rate swap (Irs), che varia nelle diverse fasi di mercato. L’Eurirs, cioè il tasso Irs in euro, è correlato ai titoli di Stato tedeschi, i Bund, che sono il principale parametro per il mercato obbligazionario europeo. Oggi i Bund pagano tassi molto bassi, e addirittura negativi su alcune scadenze: l’Eurirs è sceso di conseguenza, e rispetto a febbraio si è praticamente dimezzato, dall’1,41% allo 0,73%.

Il tasso di interesse che i sottoscrittori pagano sul mutuo comprendono, oltre all’Irs, lo spread, una maggiorazione che rappresenta il guadagno della banca, ma i tassi di interesse sui nuovi mutui a tasso fisso sono comunque scesi a minimi storici, avvicinandosi molto ai tassi sui mutui variabili.

L’entità del tasso dipende da molte variabili (importo del finanziamento, quota dell’acquisto finanziata, caratteristiche del richiedente, località dove si trova l’immobile, prima o seconda casa acquistata). Per fare un esempio, secondo il motore di ricerca di mutuionline.it, per un mutuo ventennale di 200 mila euro un professionista che vuole acquistare la prima casa a Milano, del valore di 300 mila euro, potrebbe spuntare (con Intesa Sanpaolo) un tasso fisso dell’1,80%, pari a un Taeg (comprese cioè le spese accessorie) dell’1,96%. In pratica, una rata da 992,93 euro per 20 anni.

Anche i tassi sui mutui a tasso variabile sono a livelli molto bassi. Per determinarli si fa riferimento invece all’Euribor, che è il tasso a breve praticato sui prestiti fra una banca e l’altra e che non ha subito grandi effetti in seguito al referendum sulla Brexit.

E il professionista dell’esempio già citato, se volesse optare per un mutuo a tasso variabile otterrebbe, sempre sul comparatore di MutuiOnline, la migliore offerta da Iw Bank: un tasso dell’1,05% (Taeg 1,06%), per una rata a regime di 924,26 euro mensili, per 20 anni.

Non è un caso se oggi il 70% delle erogazioni in Italia sono a tasso fisso: un’opzione che offre maggiore sicurezza, poiché il sottoscrittore sa quanto dovrà pagare per tutta la durata del prestito, e che oggi risulta molto conveniente.

Una situazione che apre nuovi spazi alle surroghe. “Chi ha stipulato un mutuo negli ultimi due o tre anni, a questo punto con un cambio-mutuo troverebbe già un forte risparmio, nonostante il piano di ammortamento sia iniziato relativamente da poco”, sottolinea Roberto Anedda, direttore marketing di MutuiOnline.it.