Indice Pmi: frenata dei servizi in Italia

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In settembre l’indicatore è sceso a 50,7 punti, dai 52,3 di agosto. Ai minimi da quattro mesi il composito

Rallenta l’attività del settore dei servizi in Italia: l’indice Pmi (Purchasing managers index), calcolato dallì’istituto di ricerca Markit sulla base di un’indagine tra i direttori acquisti, è sceso a 50,7 punti, il valore più basso da maggio, dai 52,3 di agosto. Il dato è inferiore alle attese degli analisti, che avevano previsto un valore di 51,9 punti. L’indicatore si mantiene comunque nell’area superiore ai 50 punti, che separano un’attività in crescita da una in contrazione.

In calo, specifica Markit, il flusso di nuove commesse, il cui sotto-indice è sceso a 51,5 da 52,7 di agosto, mentre i livelli occupazionali hanno mostrato un declino marginale per la prima volta in un anno.

L’indice Pmi manifatturiero, dffuso lunedì, aveva mostrato un ritorno alla crescita del settore: il valore era salito infatti a 51 punti, dai 49,8 del mese precedente. In agosto si era segnata infatti la prima contrazione in un anno e mezzo.

L’indice Pmi composito, sintesi di manifattura e servizi, ha dunque frenato, per effetto del calo dei servizi, a 51,1 da 51,9 di agosto, toccando il minimo da quattro mesi.

Nell’Eurozona l’indice Pmi servizi è risultato pari, a settembre, a 52,2 punti, in lievissimo incremento rispetto ai 52,1 punti di agosto. L’indice composito dell’area euro è calato a 52,6 punti, dai 52,9 di agosto.

Tra le principali economie, la Germania ha registrato un indice composito di 52,8, il livello più basso degli ultimi 16 mesi. Al contrario la Francia, con un 52,7 punti, registra il valore migliore da 15 mesi.