Investimenti sostenibili oltre quota 55 mila miliardi

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Secondo Moody’s investors service il settore è in forte crescita, per motivi commerciali e normativi. Ma deve affrontare non poche sfide

Gli asset gestiti a livello mondiale da investitori che aderiscono al Pri (Principi per l’investimento responsabile delle Nazioni Unite) sono quasi triplicati, fra il 2010 e il 2016, arrivando a oltre 55 mila miliardi di euro: il dato è stato calcolato da Moody’s Investors Service, che ha dedicato un report al tema, intitolato Sustainable investing strategies give active managers a means to stand out (Le strategie di investimento sostenibile offrono ai gestori attivi un mezzo per distinguersi).

In Europa, dettaglia lo studio, i fondi Sri per gli investitori privati, nello stesso periodo hanno quasi raddoppiato il loro patrimonio, arrivando 136 miliardi di euro.

La domanda per gli investimenti sostenibili è stata spinta sia dalle esigenze degli investitori, sia dall’evoluzione del quadro normativo.

Per esempio, in Francia, dove i piani previdenziali offerti dalle società ai dipendenti devono includere un’opzione per l’investimento responsabile, questi comparti sono arrivati a rappresentare il 30% del patrimonio dei fondi pensione aziendali.

Ma anche la comparsa della generazione dei “millennials” contribuisce allo sviluppo dell’investimento sostenibile. Si tratta infatti di una generazione che pone una crescente attenzione all’impatto sociale e ambientale del denaro che investe.

Diversi asset manager, aggiunge Moody’s Is, come BlackRock, Amundi e Standard Life Investments, hanno dimostrato come sia vantaggioso muoversi per primi. E, mentre gli investimenti passivi guadagnano spazi crescenti, gli asset manager specializzati nelle gestioni attive cercano di ottenere un vantaggio competitivo proprio introducendo i criteri Esg nei loro fondi comuni e negli altri prodotti di investimento.

Accanto ai vantaggi commerciali, a sostenere lo sviluppo dei prodotti Esg sono poi le crescenti pressioni a livello legislativo. Moodys Is cita la recente approvazione da parte dell’Unione europea dell’accordo sul clima di Parigi: un risultato importante, che molto probabilmente comporterà per le aziende la necessità di adeguarsi a nuove regole e di adottare nuovi requisiti di trasparenza.

Anche la task force del Financial Stability Board sul clima, aggiunge il report, costringerà le imprese a fornire a investitori e stakeholder una maggiore quantità di informazioni relative ai rischi finanziari connessi con il clima.

La strada però non è tutta in discesa. Le società di gestione dovranno superare diversi ostacoli per far funzionare le strategie di investimento sostenibile: tra questi Moody’s Is ricorda la scarsità di prodotti – come i green bond – in cui investire, le incertezze relative alle performance, l’evoluzione delle norme sulla disclosure, e la limitatezza dei dati e della cultura sui temi Esg.