Mps: aumento fino a 5 miliardi, 2.600 esuberi
Un Cda fiume ha approvato il piano industriale. Per gli interventi sul capitale, la decisione sarà presa il 24 novembre
Si è chiuso nella notte, a Milano, il Cda di Banca Mps, dedicato all’approvazione del piano industriale messo a punto dall’Ad Marco Morelli e ai conti trimestrali. Il 24 novembre l’assemblea straordinaria si pronuncerà invece sull’aumento di capitale, fino a 5 miliardi, e sulla cessioni di crediti non performing.
Il piano industriale
Banca Mps punterà a “una maggiore efficienza”, attraverso circa 2.600 esuberi, realizzati sia con un turnover naturale sia con l’utilizzo del fondo di solidarietà. Circa 500 filiali saranno chiusi. I dipendenti che rimarranno nel gruppo saranno in buona parte spostati alle attività commerciali.
“Il costo del personale”, spiega una nota, “scenderà di circa il 9% a 1,5 miliardi di euro nel 2019 da circa 1,6 miliardi di euro del 2016”.
Il piano prevede un utile netto di 1,1 miliardi di euro al 2019, con ricavi a 4,5 miliardi, costi operativi a 2,46 miliardi e un utile operativo di 1,5 miliardi. Il modello operativo, “sarà rinnovato e punta a un forte focus sull’efficienza, con un rapporto cost/income pari al 55% nel 2019 e allocazione alle attività commerciali di una maggiore percentuale di dipendenti che passa dall’attuale 62 al 71%”.
Mps avrà un nuovo modello organizzativo che “velocizza i processi decisionali e riduce il numero dei riporti diretti dell’amministratore delegato consentendogli di focalizzarsi sulla definizione delle strategie e sulla gestione dei rischi”. “L’attuale direttore finanziario Arturo Betunio cesserà dal servizio a far data dal 25 novembre prossimo”.
L’aumento di capitale
Mps ricorrerà inoltre a un aumento di capitale fino a 5 miliardi, con un’operazione “senza precedenti per struttura e dimensione nel mercato italiano”. che “dovrebbe permettere di potersi nuovamente posizionare, con maggiore forza, tra gli istituti leader del sistema bancario italiano”. La decisione sarà presa dall’assemblea straordinaria il prossimo 24 novembre.
Dell’operazione fa parte anche il “deconsolidamento dal bilancio di 27,6 miliardi di crediti in sofferenza”, attraverso la cessione ad un veicolo di cartolarizzazione, al prezzo di circa 9,1 miliardi (pari al 33%), con la contestuale assegnazione delle junior notes agli attuali azionisti di Mps. Quaestio Capital Management, ovvero il fondo Atlante, sottoscriverà le junior mezzanine notes per un importo pari a circa 1,6 miliardi.
Conti in rosso
Banca Mps ha chiuso i primi nove mesi del 2016 con una perdita di 849 milioni di euro, su cui pesano “rettifiche straordinarie su crediti di 750 milioni di euro contabilizzate nel terzo trimestre”. Nello stesso periodo del 2015 la banca aveva registrato un utile di circa 585 milioni (di cui circa 500 per il restatement dell’operazione “Alexandria” e circa 120 di plusvalenza per la cessione a Poste Italiane della quota partecipativa in Anima Holding).
L’ottimismo di Morelli
L’Ad Marco Morelli si è mostrato ottimista sull’esito dell’aumento di capitale. “Ci sentiamo tranquilli che questa operazione avrà buon fine”, ha detto. “Vogliamo riavvicinarci alla nostra base clienti ed essere sicuri che Mps ridiventi una banca italiana commerciale solida ed efficiente. Nonostante quanto successo nel passato la banca resta molto solida”.
Il titolo vola ancora
In piazza Affari il titolo Mps segna un ulteriore, fortissimo rialzo: dopo varie sospensioni per eccesso di volatilità, a metà mattina guadagna oltre il 22% a 0,425 euro. In una settimana l’azione ha raddoppiato il suo valore.