L’Istat taglia la stima sul Pil

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Nel 2016 l’economia italiana crescerà dello 0,8% (anziché dell’1,1%). Meno marcata la riduzione del tasso di disoccupazione

L’Istat ha rivisto al ribasso le sue previsioni per l’economia italiana nel biennio 2016-2017.

In particolare, per quanto riguarda l’anno in corso, la crescita del Pil si fermerà, secondo l’istituto di statistica, allo 0,8% in termini reali, anziché all’1,1% stimato lo scorso maggio. Nel 2017 Il Pil dovrebbe segnare una variazione dello 0,9%.

In entrambi gli anni, un contributo siginificativo verrebbe dalla domanda interna: 1,2 punti percentuali nel 2016 e 1,1 punti percentuali nel 2017. La domanda estera netta e la variazione delle scorte fornirebbero invece, afferma l’Istat, un contributo lievemente negativo.

Nel 2016 la spesa per consumi delle famiglie, in termini reali, dovrebbe crescere dell’1,2% (cui seguirebbe un + 1,1% nel 2017), grazie all’incremento del reddito disponibile e al miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro. 

Gli economisti dell’Istat prevedono infatti un aumento dell’occupaizoni nel 2016 (+0,9% in termini di unità di lavoro) e una riduzione del tasso di disoccupazione (11,5% contro l’11,3% previsto a maggio). I miglioramenti sul mercato del lavoro proseguirebbero anche nel 2017 ma a ritmi più contenuti: le unità di lavoro sono previste in aumento dello 0,6% e la disoccupazione si attesterebbe all’11,3%.

Per quest’anno l’istituto prevede inoltre un rafforzamento degli investimenti (+2%), che dovrebbero accelerare maggiormente nel 2017 (+2,7%). A favorire gli investimenti dovrebbero essere il miglioramento delle attese sulla crescita dell’economia e sulle condizioni del mercato del credito, e le misure di politica fiscale a supporto delle imprese.

“Una ripresa più accentuata del processo di accumulazione del capitale potrebbe rappresentare un ulteriore stimolo alla crescita economica nel 2017. Tuttavia le incertezze legate al riaccendersi delle tensioni sui mercati finanziari potrebbero condizionare il percorso di crescita delineato”, conclude l’Istat.