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Da domani il Rome Investment Forum 2016, Financing Long-term Europe

Campanello d’allarme sugli investimenti in Europa

Prende avvio domani il Rome Investment Forum 2016, la “due giorni” della Federazione Banche Assicurazioni e Finanza dedicata agli investimenti in Europa. Tema centrale per ogni politica industriale che abbia come obiettivo la crescita.

Nonostante alcuni segnali positivi congiunturali, il livello degli investimenti nell’attuale fase di ripresa dei paesi dell’area Ocse si mantiene di circa 20 punti più basso rispetto a quello dei tre cicli economici precedenti. Il gap degli investimenti ha radici lontane ed è dovuto principalmente a:

1. la crisi economica e finanziaria; 2. una ripresa timida e incerta; 3. l’aumento della sfiducia e dell’avversione al rischio, legati soprattutto all’incertezza; 4. le prospettive di crescita del prossimo decennio rispetto quelli precedenti; 5. il trend della produttività che si è dimezzata; 6. la debolezza del commercio internazionale; 7. i rischi e le incertezze geopolitici.

Tuttavia questi scenari preoccupanti non sono ineluttabili, anzi. Per questo FeBAF ha ideato il Rome Investment Forum, Financing Long-Term Europe e lo organizza da tre anni, con l’obiettivo di concorrere, anche col dibattito e le proposte della comunità finanziaria, al rilancio di quegli investimenti a lungo termine necessari a potenziare la crescita.

I fronti sui quali costruire una risposta credibile sono ricompresi nelle sessioni del Forum.

1. Europa. Tocca all’Unione Europea tornare ad essere traino dell’economia mondiale, finora sospinta da Usa e paesi emergenti. Come farlo? Riforme sono necessarie. Certamente servirà completare l’Unione Bancaria, ferma a metà del guado, accelerare l’Unione dei Mercati dei Capitali, realizzare compiutamente l’Unione Economica e Monetaria

2. Innovazione, Infrastrutture. Quale ruolo sta giocando il Piano Juncker, cosa fare per potenziarlo e cosa possono fare le Banche Nazionali di Sviluppo, con le piattaforme nazionali e inter-settoriali

3. “Finanza per la crescita”. Vuol dire modernizzare e riformare i mercati finanziari, renderli mercati “del finanziamento e dell’investimento”. Il che significa: a. riequilibrare debito e equity; b. Allargare le fonti di finanziamento dalle sole banche al mercato dei capitali; c. spostarsi da un risparmio a breve a investimenti a lungo termine; d. passare da un’economia trainata dalla finanza pubblica ad una partnership pubblico-privato nel finanziamento degli investimenti.

4. Finanziamento delle piccole e medie imprese. Il quadro regolatorio deve tenere in conto le specificità delle piccole e medie imprese. La conferma e l’estensione dello SME Supporting Factor sono un buon inizio. Va valorizzato il ruolo degli investitori istituzionali.

5. I nuovi scenari di rischio. Come farvi fronte? Come gestire i cambiamenti climatici, i disastri naturali, l’invecchiamento della popolazione? E come puntare sulla “finanza verde”? Come rafforzare la resilienza, la resistenza e capacità di assorbire shock sistemici?

6. Il finanziamento dello sviluppo a partire dall’area euro-mediterranea. Il Mediterraneo è proiezione naturale dell’Europa e dell’Italia. Grazie all’impulso del nostro Paese col Migration Compact l’Unione sta proiettando il Piano Juncker in una dimensione pan-europea ed euro mediterranea . Basterà? E perché non pensare ad una banca di sviluppo del Mediterraneo per investimenti e infrastrutture nel modello di Bers e AIIB?

7. Ricostruire la fiducia dei cittadini. Investimenti sostenibili e responsabili sono necessari, insieme ad un nuovo approccio alla solidarietà ed all’inclusione, dove società civile e mondo delle imprese sono protagoniste.

Su tutti questi temi si confronterà una significativa rappresentanza internazionale ed italiana delle istituzioni, dei regolatori, della business community. Attesi, tra gli altri, gli interventi del Vice presidente della Commissione Europea, Jyrki Katainen, del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, dei candidati italiani alla presidenza del Parlamento Europeo, Gianni Pittella e Antonio Tajani. Apre i lavori domani mattina alle 9.30 il Presidente della FeBAF, Luigi Abete.


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