Investitori italiani: primi in Europa per sensibilità ai fattori Esg

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Secondo l’indagine condotta da Schroders, però, il Vecchio Continente è indiestro, su questo tema, rispetto al resto del mondo

I risparmiatori italiani sono i primi in Europa per l’importanza attribuita ai criteri Esg, ovvero agli aspetti ambientali, sociali e di governance, nelle loro scelte di investimento, secondo i dati dello Schroders Global Investors Study 2016, appena pubblicato. A livello aggregato, aggiunge però il report, gli investitori europei sono molto indietro rispetto ai colleghi dell’Asia, delle Americhe e, in media, del resto del mondo.

La ricerca di Schroders ha coinvolto 20 mila investitori in 28 Paesi (mille in Italia), ai quali è stato chiesto di assegnare un punteggio – in una scala dove uno equivale a “per niente” e dieci a “cruciale” – per valutare quanto siano importanti i criteri Esg nel prendere decisioni di investimento.

Gli investitori europei, pur assegnando punteggi elevati a livello assoluto all’importanza dei fattori di buona corporate governance (6,8), di good social responsibility (6,6) e di impatto ambientale positivo (6,5), restano distanti dal sentiment mondiale. Il punteggio assegnato dagli investitori di tutto il mondo all’importanza di tali criteri è infatti, in media, pari rispettivamente a 7,2, 6,9 e 6,8 punti.

Il continente americano spicca su tutte le aree mondiali, forte di un punteggio di 7,7 assegnato all’importanza dei fattori di buona corporate governance, di 7,5 per i fattori di good social responsibility e di 7,3 per le tematiche ambientali. Segue l’Asia (7,4 punti, 7,1 punti e 7,0 punti, rispettivamente) e solo in terza posizione troviamo l’Europa.

Gli investitori italiani, collocandosi al primo posto, sembrano essere più in linea con il resto del mondo: assegnano infatti un punteggio di 7,4 (6,8 la media europea) all’adozione di criteri di buona corporate governance, un 7,2 (6,6 media europea) ai criteri di responsabilità sociale e un 7,1 alle tematiche ambientali (6,5 media europea).

Millennial all’avanguardia 

Il futuro della finanza sostenibile sembra comunque promettente, stando all’indagine di Schroders: a livello mondiale i “millennial” (gli individui cioè nella fascia di età tra i 18 e i 35 anni) si mostrano più attenti alle tematiche Esg rispetto agli over 36. E per i più giovani l’attenzione alle tematiche Esg è, in materia di decisioni di investimento, tanto importante quanto i ritorni potenzialmente ottenibili.

“L’interesse per le tematiche ESG da parte degli investitori non può che crescere, data l’importanza che questi aspetti già rivestono per i Millennial. Sebbene i rendimenti siano ancora un fattore centrale quando si prendono decisioni di investimento, la rilevanza dei criteri Esg per gli investitori finali rende tali tematiche troppo significative per essere ignorate”, ha commentato Jessica Ground, Global Head of Responsible Investing di Schroders.