Fondi pensione, iscritti a quota 7,8 milioni

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Secondo i dati Covip, nel 2016 la crescita è stata del 7,7%. I rendimenti battono il Tfr per tutte le tipologie di fondi

Prosegue la crescita del numero degli iscritti alla previdenza complementare: secondo i dati della Covip, la commissione che vigila sul comparto, a fine 2016 erano arrivati a quota 7,8 milioni, con una crescita del 7,7% (pari a 557 mila iscritti) rispetto a un anno prima. All’andamento positivo ha contribuito, anche lo scorso anno, il settore dell’edilizia che, dal 2015, ha introdotto l’adesione automatica dei lavoratori al fondo negoziale di categoria. Ma le iscrizioni crescono in misura significativa anche per i fondi aperti, non legati ad accordi fra imprese e sindacati.

Nei fondi negoziali le nuove iscrizioni sono state 177 mila (+7,3%), per un totale a fine anno di 2,597 milioni. I fondi aperti hanno registrato una crescita del 9,5% (108 mila unità, per un totale di 1,259 milioni) e i Pip del 10,5% (totale a 2,867 milioni).

Nel complesso, sottolinea Covip, anche se la crescita, a partire dalla riforma del 2007 che ha varato l’attuale assetto della previdenza complementare, è stata lenta, i fondi pensione sono arrivati a coprire circa un terzo della platea dei lavoratori italiani.

Secondo le stime preliminari della Commissione, alla fine del 2016 il patrimonio accumulato dalle forme pensionistiche complementari era di 149 miliardi di euro.

Di questi, 45,9 miliardi fanno capo ai fondi negoziali, che hanno registrato una crescita dell’8%. I Pip dispongono di un patrimonio di 23,8 miliardi (+18,8%) e i fondi aperti di 17 miliardi (+10,8%.  

I rendimenti aggregati, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, sono stati in media positivi per tutte le tipologie di forma pensionistica e per i rispettivi comparti, sottolinea Covip. I fondi negoziali e i fondi aperti hanno reso in media, rispettivamente, il 2,7% e il 2,2%; per i Pip di tipo “unit linked” il rendimento medio è stato del 3,6%. Tutti dunque battono abbondantemente il Tfr, che nel 2016 ha avuto una rivalutazione, al netto dell’imposta sostitutiva, dell’1,5%.

In tutte le tipologie di fondi, i risultati più elevati si sono avuti nelle linee a maggior contenuto azionario, grazie al buon andamento registrato nell’ultimo trimestre dell’anno. I rendimenti delle linee obbligazionarie e garantite hanno subito invece l’effetto della riduzione dei corsi dei titoli di debito, pur rimanendo nella media dell’anno in territorio positivo.