APE volontaria, Il Consiglio di Stato : più trasparenza nei contratti da stipulare con le banche

Walter Quattrocchi -

I giudici amministrativi chiedono che la misura sia retroattiva da maggio

Chi richiederà di andare in pensione a settembre già a 63 anni, grazie all’ APE volontaria, potrà chiedere la decorrenza da maggio e ricevere gli arretrati.
Questa è una delle richieste del Consiglio di Stato che ha dato il nulla osta al Governo per l’anticipo pensionistico volontario tramite il ricorso ad un prestito bancario.

Il meccanismo
L’APE volontaria permette di uscire dal lavoro con un anticipo fino a 3 anni e 7 mesi, grazie ad un prestito fatto dalle banche ad un tasso calmierato intorno al 2,75%, con la possibilità anche di detrarre fiscalmente il 50 % degli interessi pagati.

Il prestito, che può arrivare fino all’85% della pensione maturata, sarà poi rimborsato in rate mensili a valere sulla futura pensione per un periodo di 20 anni.
Il costo dell’operazione, per chi decidesse di anticipare il pensionamento sarà di poco superiore al 4% dell’assegno pensionistico, che sarà incassato al compimento dei 66 anni e 7 mesi di età.

Il Consiglio di Stato dà il via al Governo ma pone condizioni
Secondo i giudici amministrativi l’APE volontaria rappresenta un’ulteriore risposta, dopo l’APE sociale e l’APE per i lavoratori precoci, alle rigidità, in uscita verso il pensionamento, della Riforma Fornero.

Le considerazioni del Consiglio di Stato contengono ulteriori richieste ai tecnici del Governo che dovranno preparare il decreto attuativo:
più trasparenza nei contratti da stipulare con le banche, che aderiranno con la convenzione governativa; regole più complete per il diritto di recesso dal contratto di finanziamento e di assicurazione ; delimitare i poteri del finanziatore nella verifica dei requisiti; efficacia retroattiva della norma; sollecita chiusura degli Accordi Quadro; informazione capillare sul territorio per l’APE volontaria.

Inoltre il Consiglio di Stato sollecita che al pensionando sia mostrato in modo chiaro l’impatto finanziario del prestito, specie quando nel corso del tempo i previsti adeguamenti dell’età pensionabile all’aspettativa di vita imporranno un ricalcolo di rate e durate.

Infine i giudici amministrativi raccomandano di valutare la rilevanza di eventuali pregresse situazioni debitorie che impediscano il diritto all’APE, evitando eccessivi restringimenti della platea dei richiedenti di fronte a situazioni ormai non più caratterizzate da attualità o gravità.