Polizze vita tradizionali, arriva la riforma

Walter Quattrocchi -

Rivoluzione nelle polizze vita, addio al capitale garantito

E’ in arrivo la riforma delle polizze Vita con il nuovo regolamento che l’Ivass, l’authority di vigilanza sulle assicurazioni, pubblicherà a fine mese o al più tardi ai primi di ottobre.

Le novità contenute nel nuovo regolamento riguarderanno solo i nuovi contratti e consentiranno alle compagnie assicurative di poter ridurre gli impegni di capitale verso gli assicurati, scendendo sotto la soglia del 100% e di godere di una flessibilità temporale nella distribuzione delle plusvalenze che devono essere accantonate per il cliente.

Il confronto tra Ania, Associazione Nazionale Imprese Assicurative e l’Ivass, l’autorità di vigilanza del settore, sulla riforma delle polizze vita tradizionali è andato avanti per mesi con lo scopo di allineare l’Italia agli altri Paesi europei e di rendere queste polizze adatte anche alle nuove condizioni di mercato.

Le polizze vita di ramo I
Le polizze vita oggetto del nuovo regolamento sono quelle del ramo I (assicurazioni sulla durata della vita umana ).
Questo tipo di polizze hanno come sottostante una gestione separata che per regolamento deve investire prevalentemente in titoli di Stato e che finora ha garantito al sottoscrittore almeno il 100% di quanto investito.

Proprio per la loro sicurezza le polizze vita di ramo I hanno attratto e continuano ad attrarre tantissimi risparmiatori, che le preferiscono alle index o alle unit linked, che sono prodotti vita a più alto contenuto finanziario e trasferiscono il rischio di perdita sul cliente: lo scorso anno le polizze vita di ramo I hanno continuato a rappresentare più di due terzi (76 miliardi di euro) dell’intera raccolta vita (102 miliardi).

Tale risultato è stato raggiunto nonostante il fatto che molte compagnie abbiano messo in atto politiche per frenarne la vendita, perché, specie con gli attuali tassi d’interesse molto bassi, le gestioni separate sono diventate troppo onerose per le assicurazioni sul fronte degli accantonamenti di capitale necessari in base alle nuove regole di Solvency II.

Per questo le compagnie hanno chiesto da mesi al regolatore di poter avere più flessibilità nella loro gestione, in particolare nella distribuzione delle plusvalenze, ma anche per ridurre gli impegni di capitale.

Come dimostrano i dati ( da gennaio le polizze vita tradizionali hanno già raccolto 30 miliardi di euro) questi prodotti sono troppo importanti per le assicurazioni per essere messi da parte, oltre ovviamente che per lo Stato, visti gli ingenti investimenti in Btp.

La riforma
Il primo intervento del nuovo regolamento sulle polizze vita riguarderà la possibilità di scendere sotto il 100% del capitale garantito. In pratica, si prevede di ridurre la garanzia al 95 o al 90% del capitale investito dal cliente.

In questo modo l’impresa potrà essere più libera di diversificare gli investimenti e ridurre anche l’entità del capitale da accantonare.

Il cliente perderà solo una piccola parte della protezione. In pratica, se le cose si dovessero mettere male, la perdita sarà limitata al massimo al 5-10% del capitale investito.

L’altro intervento consentirà alle compagnie di avere maggiore flessibilità nella gestione delle polizze, come già avviene in Francia.

Si tratta per esempio della possibilità di accantonare le plusvalenze in caso di vendita dei titoli presenti nelle gestioni.

Oggi se una compagnia decide di vendere titoli presenti nella gestione incassando plusvalenze, è obbligata a distribuirle tutte nell’anno di riferimento.
Nel nuovo sistema le plusvalenze potranno invece essere spalmate su più anni, consentendo alle compagnie di mettere fieno in cascina per gli anni di magra.

Tali interventi riguardano però esclusivamente i nuovi contratti e non i vecchi, che di plusvalenze in pancia ne hanno decisamente molte: si calcola 40-50 miliardi a fine 2016.

Ma intervenire su queste enormi masse e cambiare in corsa i contratti sottoscritti in passato sarebbe stato troppo rischioso.

Per quanto riguarda i nuovi contratti il nuovo regolamento disciplinerà anche il valore incassato dal cliente in caso di morte o riscatto anticipato.