Casse di previdenza e politiche di investimento

Roberto Carli -

E’ stato pubblicato dalla Covip il Quadro annuale di sintesi delle politiche di investimento delle Casse previdenziali. Va ricordato come la normativa (art. 14 del Decreto legge 98/2011, convertito con modificazione dalla Legge 111/2011) attribuisce alla Autorità di Vigilanza il controllo sugli investimenti finanziari e sul patrimonio degli Enti previdenziali privati, da esercitare anche attraverso ispezioni dirette ad acquisire gli elementi informativi necessari.

Il Legislatore ha quindi inserito la Covip nell’ambito del sistema di vigilanza istituzionale affidato ai Ministeri vigilanti attribuendogli il ruolo di strumento tecnico-operativo, per fornire elementi utili non solo in via preventiva ma anche in relazione a specifici provvedimenti che abbiano riflessi sull’assetto patrimoniale.

Va ancora ricordato come si sia ancora in attesa, a sei anni dalla legge che vi faceva rinvio ( è previsto dall’art. 14, comma 3, del Decreto legge 98/2011) del decreto volto ad introdurre disposizioni in materia di investimento delle risorse finanziarie, di conflitti di interesse e di banca depositaria delle Casse di previdenza.

Come sottolinea la Covip , le Casse risultano ad oggi gli unici investitori istituzionali affrancati da una regolamentazione unitaria in materia, regolamentazione che, ad esempio, è di livello primario e secondario per i Fondi pensione, coerentemente con l’assetto definito a livello comunitario.

Dal Quadro di sintesi emerge che alla fine del 2016, il valore di mercato delle attività totali delle Casse ammonta a 80 miliardi di euro; l’aumento rispetto al 2015 è di 4,6 miliardi (circa il 6 per cento in più). Le Casse detengono 19,5 miliardi di euro di titoli di debito, circa 300 milioni in meno rispetto al 2015; tra i titoli di debito, l’ammontare investito in titoli di Stato è salito da 13,9 a 14,4 miliardi mentre gli altri titoli di debito, 5,1 miliardi, registrano una diminuzione di circa 800 milioni di euro. Gli impieghi in titoli di capitale ammontano a 7,7 miliardi di euro rispetto ai 7,6 del 2015. Per quanto riguarda gli investimenti in OICR si rilevano incrementi, rispettivamente, da 13,2 a 16,7 miliardi di euro per le quote di OICVM e da 14,5 a 15,7 miliardi per le quote di altri OICR; in quest’ultimo caso, l’aumento è imputabile quasi per l’intero ai fondi immobiliari che salgono da 11,3 a 12,7 miliardi di euro.

L’analisi poi dell’evoluzione delle principali classi di attività condotta su un arco temporale più esteso e pari agli ultimi cinque anni mostra che si è ridotto in modo consistente il peso degli investimenti immobiliari, comprensivi anche delle quote di fondi immobiliari, passato dal 32,6 per cento dell’attivo a fine 2012 al 23,8 di fine 2016; in valore assoluto, il totale degli investimenti immobiliari rimane tuttavia rilevante (19,1 miliardi di euro rispetto ai 19,6 del 2012); è salita l’incidenza dei titoli di Stato, dal 15,7 per cento del 2012 al 18 del 2016; è, invece, scesa la quota degli altri titoli di debito dal 10,2 al 6,4 per cento; si è incrementato in modo significativo il peso delle quote di OICR considerate al netto dei fondi immobiliari: 24,6 per cento rispetto al 16,9 del 2012; – è aumentata l’incidenza dei titoli di capitale: dal 4,1 per cento del 2012 al 9,6 del 2016.

Molto interessante poi l’approfondimento sugli investimenti nel Sistema Paese esteso anche ai fondi pensione. Si sottolinea in primo luogo che il risparmio previdenziale canalizzato verso Casse e forme pensionistiche complementari ha raggiunto dimensioni ragguardevoli. A fine 2016, il totale complessivo delle risorse si attesta a 231,3 miliardi di euro, il 14,1 per cento del PIL, così suddiviso: 80 miliardi di euro appannaggio delle Casse e 151,3 miliardi dei Fondi pensione. In sintesi emerge che nelle Casse è ancora rilevante il peso degli investimenti immobiliari (poco meno di un quarto del totale delle attività); fra le altre principali attività figurano i titoli di debito (circa il 24 per cento, di cui circa tre quarti costituiti da titoli di Stato), gli OICVM (circa il 21 per cento) e i titoli di capitale (circa il 10 per cento). Nei Fondi pensione prevalgono i titoli di debito (quasi il 60 per cento del totale delle attività, di cui i tre quarti costituiti da titoli di Stato) seguiti dai titoli di capitale (circa il 16 per cento) e dagli OICVM (circa l’11 per cento). Al contrario, gli investimenti immobiliari costituiscono una componente residuale (meno del 4 per cento) e perlopiù concentrati nei fondi pensione preesistenti.