Previdenza complementare : debutta sul sito della COVIP il Comparatore dei costi dei fondi pensione e Pip

Walter Quattrocchi -

Iniziativa dell’Authority che vigila sui fondi pensione per aumentare la trasparenza a favore degli iscritti

Da questo mese i lavoratori iscritti ai fondi pensione della previdenza complementare possono godere di maggiori informazioni sui costi applicati ai loro versamenti grazie alla “ Scheda dei costi ” pubblicata sul sito web del fondo e al “ Comparatore dei costi delle forme pensionistiche complementari ” presente sul sito della Covip.
Le due nuove iniziative sono state previste dalla Covip nell’ambito più ampio di un processo di revisione della disciplina in materia di informativa agli aderenti alle forme di previdenza complementare.
Secondo la Covip, infatti , è importante valutare i costi applicati, in quanto possono avere un impatto significativo sulla pensione che verrà erogata, poiché, a parità di condizioni, all’aumentare dei costi sostenuti minore sarà la prestazione pensionistica ricevuta al momento del pensionamento.
Un ISC ( indicatore sintetico di costo) del 2% invece che dell’1%, riporta la Covip, può ridurre il capitale accumulato dopo 35 anni di partecipazione al piano pensionistico di circa il 18% (ad esempio da 100.000 a 82.000 euro ).

Comparatore dei costi delle forme pensionistiche complementari
Il “ Comparatore dei costi delle forme pensionistiche complementari ” è uno strumento interattivo, presente sul sito della Covip, che consente di raffrontare, anche in forma grafica, gli Indicatori sintetici dei costi (ISC) relativi a differenti linee di investimento di una o più forma pensionistica complementare.
Per favorire il confronto dell’onerosità tra le diverse forme pensionistiche viene utilizzato l’ISC (Indicatore sintetico di costo), un indicatore che esprime in modo semplice e immediato il costo annuale, in percentuale della posizione individuale maturata, sostenuto da un iscritto ad una forma pensionistica.
L’ISC è calcolato, secondo una metodologia definita dalla Covip e in modo analogo per tutte le forme pensionistiche complementari, facendo riferimento a un aderente-tipo che versa un contributo annuo di 2.500 euro e ipotizzando un tasso di rendimento annuo del 4%.
Per il calcolo dell’indicatore vengono utilizzati i costi standard applicati dalle forme pensionistiche, senza tenere conto delle eventuali agevolazioni riconosciute a particolari categorie di aderenti.
Il comparatore sostituisce gli elenchi ISC in precedenza pubblicati sul sito della Covip ed ha lo scopo di semplificare il confronto sull’onerosità delle diverse forme pensionistiche.
I valori di ISC pubblicati nelle elaborazioni del comparatore sono quelli riportati nella “Scheda dei costi”, da questo mese obbligatoriamente pubblicata sui siti dei fondi pensione vigilati da Covip.

Nel 2016, in base ai dati Covip, i costi medi praticati dalle diverse forme pensionistiche sono rimasti stabili, confermandosi la convenienza dei fondi pensione negoziali: l’ISC medio si attesta all’1% su due anni di partecipazione per scendere allo 0,3 su 35 anni.
Prendendo a riferimento gli stessi limiti di tempo, l’ISC passa dal 2,3 all’1,2% nei fondi aperti e dal 3,9 all’1,8% nei piani individuali di previdenza (pip).
Per i fondi pensione negoziali c’è, inoltre, una relazione inversa fra i costi praticati, che già si posizionano su livelli più bassi, e la dimensione, grazie alle economie di scala. Viceversa, tale relazione inversa non emerge in modo chiaro per i pip. Qui, anzi, i costi si attestano su livelli elevati anche per prodotti con quote di mercato rilevanti.
In ogni caso, nonostante i pip siano più cari e non prevedano nemmeno che il datore di lavoro versi il suo contributo al fondo (accanto a quello del lavoratore, come accade per i negoziali e i fondi pensione aperti ad adesione collettiva), di fatto ciò non ha impedito a questi strumenti di acquisire adesioni, facendo leva su reti di vendita diffuse sul territorio e remunerate proprio allo scopo di incentivare la vendita dei prodotti più costosi.
In tal modo i pip proposti dalle compagnie assicurative oggi sono arrivati a contare 3,2 milioni di aderenti, rappresentando il 42% dell’intero sistema della previdenza complementare.
Di contro il fenomeno della sospensione dei versamenti ai fondi pensione colpisce soprattutto i pip, pari a 870mila rispetto ai 485mila dei fondi aperti e i 332mila dei fondi negoziali. Inoltre guardando ai reclami ricevuti da Covip, nel 2016 il 70% riguarda i pip con oltre 3mila esposti.

Scheda dei costi
La Scheda dei costi, da questo mese obbligatoriamente pubblicata sui siti dei fondi pensione, è un documento che fa parte delle informazioni chiave per l’aderente e contiene i dati sulle singole voci di costo che gravano, direttamente o indirettamente, sull’aderente nonché l’Indicatore sintetico dei costi (ISC). La Scheda riporta inoltre un grafico a 10 anni di ciascun comparto del fondo o pip, che illustra l’onerosità della forma pensionistica rispetto alle altre forme pensionistiche complementari.
Per agevolare il confronto, nel grafico sono rappresentati gli Isc medi, minimi e massimi per le varie categorie di investimento e per le diverse tipologie di forma pensionistica complementare.
Tali informazioni consentono di confrontare le forme pensionistiche sotto il profilo dei costi.