L’ESG guarda con interesse alla blockchain

David Sneyd -

La crescita enorme e il conseguente crollo che hanno caratterizzato il valore delle criptovalute come Bitcoin ed Ethereum nel corso dell’anno hanno dato vita a un acceso dibattito sull’argomento nel 2018.

A differenza delle valute tradizionali, che si appoggiano al sistema delle banche centrali, queste monete virtuali sfruttano la crittografia per semplificare le transazioni tra gli utenti di una rete in maniera decentralizzata.

Per quanto la maggior parte degli investitori continui ad essere scettica a causa della natura speculativa di queste nuove valute, l’architettura sottostante – la tecnologia blockchain – sta avendo molto più successo. Le stime indicano investimenti pari a 2,1 miliardi di dollari nel 2018, il doppio rispetto all’anno precedente, e un investimento potenziale pari a 9,2 miliardi entro il 20211. Diverse blue chip stanno facendo importanti investimenti in questa tecnologia con l’obiettivo si sviluppare nuovi possibili utilizzi. Tra questi, fornire una soluzione a molti dei problemi legati alle tematiche ESG che le società affrontano ogni giorno.

La blockchain permette di registrare informazioni in maniera più trasparente – e sicura – e di condividerle con gli altri utenti. Nonostante sia stata pensata per le criptovalute, le potenziali applicazioni sono innumerevoli, dato che la precisa e puntuale raccolta e distribuzione di informazioni è alla base dell’operatività di molte società.

Grazie a questa tecnologia le società sono in grado di tenere traccia di tutti i passaggi della filiera dei propri prodotti in maniera più accurata ed economica. Una volta che tutti i fornitori sono inseriti all’interno del network, ad ogni passaggio di mano del prodotto verrà creato un nuovo blocco, contenente il luogo e l’istante in cui il passaggio ha avuto luogo, permettendo di creare un registro di tutti i movimenti del prodotto dall’inizio della produzione al momento della vendita. Walmart, ad esempio, ha ridotto grazie alla blockchain il tempo necessario a risalire all’origine del prodotto alimentare venduto da sei giorni a un istante. Anche il gigante dell’ecommerce cinese JD.com ha recentemente annunciato un piano simile per monitorare tramite la tecnologia blockchain la filiera della carne per contrastare l’utilizzo di sostanze illegali nell’allevamento dei suini, una problematica particolarmente importante nella regione. Anche le istituzioni finanziarie stanno implementando questa tecnologia, che permette di monitorare in tempo reale le attività dei clienti per meglio identificare possibili frodi o tentativi di riciclaggio di denaro.

La protezione di dati riservati è un altro campo che sta diventando sempre più importante per le società. Archiviando i dati all’interno di un network, la tecnologia blockchain e l’utilizzo di un registro diffuso eliminano le debolezze connesse all’immagazzinamento dei dati in maniera centralizzata. In mancanza di un singolo punto di ingresso diventa più difficile per gli hacker avere accesso a o compromettere i dati. Nel 2018 la blockchain ha fatto la sua comparsa anche alle assemblee degli azionisti –all’assemblea generale di Banco Santander.

A differenza delle criptovalute che hanno dato vita all’architettura sottostante, diverse società si stanno interessando alla tecnologia blockchain, e questo interesse si riflette nei loro investimenti. Ci troviamo di fronte a quello che potrebbe essere un cambiamento radicale nel modo in cui archiviamo e condividiamo le informazioni. Sono in fase di sviluppo una serie di applicazioni, tra cui molte che affrontano problematiche tradizionalmente legate all’ambito ESG, e i primi risultati appaiono incoraggianti.

Detto questo, gli investitori devono tenere presente la portata dell’implementazione di una tecnologia relativamente recente e nelle prime fasi di sviluppo all’interno di processi istituzionalizzati e nell’ecosistema di una società. Questa transizione sarà costosa, richiederà diverso tempo e – con l’emergere di uno standard – determinerà vincitori e perdenti.

Quello che è certo è che, considerati gli attuali investimenti e le numerose applicazioni potenziali, la tecnologia blockchain è destinata a rimanere. Non farà notizia come nel caso delle criptovalute negli ultimi mesi, ma, in maniera più discreta, potrebbe fornire alle società diversi strumenti per affrontare una serie di tematiche legate alla sostenibilità.


David Sneyd – Vicepresidente e Analista del Team GSI – BMO Global Asset Management