Turchia in crisi e azioni USA ai massimi

Decalia Asset Management -

Momentum economico più debole vs. modus di Espansione Attesa una stabilizzazione dei trend globali. Livelli di inflazione base sotto controllo Lieve stretta della politica monetaria globale a ritmo divergente. Prepararsi per ulteriore volatilità nei mercati finanziari globali Ma i fondamentali restano solidi.

Nonostante la fine recente del contesto apparentemente perfetto dei mercati e l’inizio di un periodo di transizione per gran parte degli attivi finanziari, manteniamo il nostro scenario macro globale costruttivo complessivamente invariato, supportato da fondamentali solidi. Ironicamente, mentre gli indicatori di rischio e volatilità hanno avuto un picco nella maggior parte delle classi di attivi (Azionari, Cambi) a causa di timori rinnovati su Turchia & EM, il mercato azionario USA sta toccando i massimi storici, segnando la sua fase di espansione più lunga nella storia. Tali divergenze a nostro avviso probabilmente perdureranno, poichè il rallentamento dei trend macro & micro ha avuto selettivamente un effetto negativo. Pertanto, ci atteniamo al nostro approccio prudente sia sui titoli Emergenti (declassamento del debito a Giugno & delle azioni a fine 2017) che su quelli dell’Eurozona (declassamento dell’EUR/USD a Giugno & delle azioni dell’Eurozona a Maggio 2018) a causa dello sganciamento del momentum economico, della crescita delle incertezze politiche (es. Guerra Commerciale) e delle politiche divergenti delle Banche Centrali (rischi USD & tassi).

Innegabilmente, il momentum economico globale ha rallentato dall’inizio dell’anno ma gli ultimi dati suggeriscono che la debolezza temporanea vista nel primo trimestre potrebbe essere già finita. Infatti, i livelli di attività globali rimangono in un sano territorio di espansione, suggerendo una potenziale stabilizzazione dei trend economici nei mesi a venire. Inoltre, sebbene in continua crescita negli USA, l’inflazione delle altre regioni rimane sotto controllo, vale a dire al di sotto degli obiettivi delle rispettive Banche Centrali. Dopo anni di accomodamento, l’epoca del denaro facile potrebbe giungere ad una fine ma il restringimento della politca monetaria è stato implementato finora in maniera morbida e agile. In particolare, quest’ultimo sta avvenendo ad un ritmo differente in tutto il mondo, con la FED che rimane per ora davanti alle altre principali Banche Centrali (BCE, BOJ, BNS) come confermato dalle sue ultime dichiarazioni al simposio di Jackson Hole.

In questo contesto, rimaniamo selettivamente costruttivi sulle azioni, mentre entriamo in un periodo di transizione che merita una nota di attenzione. L’aumento delle previsioni degli Utili per Azione delle Società potrebbe aver raggiunto il suo massimo, ma le aspettative di crescita per il 2019 ci sembrano ragionevoli. Inoltre, i livelli di valutazione sono tornati in linea con le medie pluriennali e non consideriamo più il posizionamento degli investitori nè affollato nè troppo rialzista. Detto ciò, sia gli indicatori di rischio più elevati a livello generale, sia le incertezze geopolitiche devono essere ancora monitorate attentamente. A livello geografico, la crescita difensiva della Svizzera rimane la nostra posizione azionaria preferita seguita dagli USA e ribadiamo la nostra opinione prudente sui Mercati Emergenti. A livello settoriale, continuiamo a preferire un approccio più bilanciato, aggiungendo selettivamente ancora ai Difensivi.

Nel Reddito Fisso, manteniamo la nostra posizione prudente invariata, dopo il nostro recente declassamento del Debito dei Mercati Emergenti con un dollaro più forte e tassi più elevati che mantengono verosimilmente sotto pressione le economie EM. Ciononostante manteniamo la nostra posizione sui Titoli di Stato USA decennali come copertura contro turbolenze geopolitiche. Infine, continuiamo a preferire la duration USA a quella Europea in quanto crediamo che quest’ultima offra un rischio di ribasso maggiore.

Quanto ai Cambi, manteniamo invariata la nostra opinione prudente sull’euro nel breve periodo, in seguito alla riduzione tattica del mese scorso (vs dollaro USA). Nonostante valutazione & fondamentali (partite correnti, deficit fiscale, debito su PIL) dovrebbero beneficiare l’euro nel medio termine, la valuta potrebbe rimanere per ora sotto pressione, a causa del momentum economico della regione meno favorevole, della BCE più accomodante, e delle ravvivate tensioni politiche. Nel frattempo, il dollaro USA dovrebbe beneficiare ulteriormente del differenziale dei tassi attraente, della crescita economica più forte, della FED più aggressiva e del posizionamento degli Investitori.