Investire in Cina: quali opportunità nell’attuale clima d’incertezza?

Capital Group -

Dopo le proteste politiche e le tensioni commerciali che hanno destabilizzato i mercati cinesi di recente, è troppo presto per cominciare a pensare di investire nel Paese? La portfolio manager Winnie Kwan e lo specialista degli investimenti Kent Chan cercano di dare una risposta a questo quesito.

Matt Miller: Winnie, la Cina rappresenta un rischio per gli investimenti nei mercati emergenti e in quelli sviluppati? Pensi che questa incertezza stia incidendo sui corsi azionari? In quale misura tutto ciò è già inglobato nei prezzi?

Winnie Kwan: Ciò che abbiamo visto fino a questo momento – l’impatto più marcato che gli sviluppi in Cina hanno avuto sugli investimenti globali – è stato l’effetto della disputa commerciale sulla spesa in conto capitale.

Questa ha decelerato in molti settori, e in particolare in quelli delle automobili, dei beni strumentali e, in una certa misura, dei semiconduttori. Ma a farne le spese sono state soprattutto molte aziende in Germania e in Giappone, due nazioni le cui economie sono fortemente dipendenti dai beni strumentali, dai prodotti chimici e dalle auto.

Kent Chan: Vorrei aggiungere che, se si guarda alla generazione di flussi di cassa liberi nei mercati emergenti, è possibile notare una ripresa. E se guardiamo alla risalita degli utili per azione nei mercati emergenti, siamo più o meno in linea con gli Stati Uniti. Tuttavia, l’ostacolo creato dall’incertezza geopolitica ha frenato i corsi azionari nonostante i miglioramenti a livello fondamentale.

Matt Miller: Rimaniamo con te, Kent. Qualcuno potrebbe obiettare: “Beh, se c’è così tanta incertezza, perché investire” o “perché investire subito?” Non sarebbe meglio aspettare che le nubi si dissolvano? Cosa ne pensi?

Kent Chan: Vorrei sottolineare l’importanza del nostro orizzonte temporale. Ciò che accade nel breve termine – diciamo i prossimi uno, due o tre anni – ci dà l’opportunità di posizionare i portafogli.

In una certa misura, ciò può creare delle opportunità, non solo in Cina ma in tutti i mercati emergenti, pensiamo anche alle multinazionali che vendono in Cina e che sono state potenzialmente frenate da tutte queste incertezze.

Da questa angolatura, dunque, tutte le volte che la gente comincia a chiedersi “Ma perché dovrei investire”, “perché investire nei mercati emergenti o “perché investire in Cina”, vuol dire che è arrivato il momento di cominciare a entrare proprio in quei mercati.

Winnie Kwan: Possono aggiungere una cosa al riguardo?

Matt Miller: Certo.

Winnie Kwan: A causa di questa incertezza, si è verificato un cambiamento strutturale a livello della filiera alimentare globale. La Cina ha cominciato a spostare all’estero l’assemblaggio finale dieci anni fa. E ciò a causa delle pressioni salariali.

Matt Miller: Perché i salari in Cina stavano aumentando.

Winnie Kwan: I salari stavano aumentando. E credo che oggi ci sia un vantaggio ulteriore nel coprire il rischio e gestire i dazi, che sono in evoluzione. Pertanto, sta accadendo che i produttori cinesi si stanno spostando in alto lungo le catene del valore e lo stanno facendo molto velocemente, per passare dall’assemblaggio finale alla produzione di componenti, in tal modo evitando i dazi. E anche nelle attività di progettazione. Pertanto la componente a valore aggiunto dell’industria manifatturiera si sta spostando verso l’alto. In tale processo, stanno nascendo molti settori nuovi in Cina.

E, ricollegandomi a ciò che ha detto Kent, poiché noi investiamo nel lungo termine, il fatto di individuare nuovi vincitori è un’ottima opportunità. Nel settore biotech, molti talenti stanno rientrando in Cina dagli Stati Uniti: ciò sta creando un settore interamente nuovo all’interno dell’economia domestica cinese.

Matt Miller: Rimaniamo un attimo su questo punto: Winnie, è molto interessante, perché dimostra quali siano le conseguenze quasi accidentali della guerra commerciale. Secondo una scuola di pensiero, se gli Stati Uniti implementeranno l’agenda di Trump e del suo rappresentante al commercio [Robert] Lighthizer, renderanno di fatto più forte l’economia cinese nel lungo termine, introducendo più forze di mercato o più concorrenza in grado di incrementare la produttività.

Winnie Kwan: Sì, sono d’accordo. E penso che la struttura dell’economia cinese stia cambiando più rapidamente in risposta a ciò, non più lentamente. E la pressione esterna ha fatto sì che l’economia cinese diventasse meno dipendente dalle esportazioni per dare maggiore peso ai consumi interni, ai servizi e alla produzione manifatturiera a valore aggiunto.

Matt Miller: Tutto ciò crea potenziali opportunità d’investimento che –

Winnie Kwan: Sì.

Matt Miller: noi abbiamo trovato.

Winnie Kwan: Nuove aree di crescita, nuovi leader, nuovi settori.

Matt Miller: Davvero interessante.


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