Cos’è un titolo difensivo nel 2020?

Capital Group -

Non è facile dare una definizione di titolo difensivo nell’era del cambiamento rivoluzionario.

Cos’è un titolo difensivo? Una domanda semplice che fino a poco fa aveva una risposta semplice. In passato, i titoli difensivi erano investimenti affidabili, conservativi e noiosi nei settori dei beni di prima necessità, dei servizi di pubblica utilità e della salute. Queste società generavano flussi di cassa stabili, pagavano dividendi solidi e non avevano nomi che finivano per “dot.com”.

Ma negli ultimi tempi gli investitori hanno cambiato idea su ciò che caratterizza un titolo difensivo. Molte imprese un tempo considerate difensive – ad esempio alimentari, tabacco e telecomunicazioni – hanno subito l’impatto destabilizzante prodotto dai progressi tecnologici, dall’evoluzione delle abitudini dei consumatori e dalla concorrenza agguerrita in un’economia globalizzata.

Oggi, gli investitori che vanno in cerca di titoli difensivi in vista della prossima recessione si rendono conto che è necessario ampliare la definizione.

“È difensivo il titolo di un’azienda i cui utili e ricavi sono in grado di mostrare una tenuta discreta durante una recessione”, spiega il gestore di portafoglio azionario Alan Wilson.

“Quindi, la domanda è: le società che hanno esibito caratteristiche difensive in passato continueranno a farlo anche in futuro? Non ne sarei così sicuro”, spiega Wilson. “Potrebbe dipendere in larga misura dalla causa della prossima recessione”.

Cibo per la mente

Per decenni, le aziende alimentari sono state ritenute gli investimenti difensivi per antonomasia. In fin dei conti, le persone devono nutrirsi a prescindere dal contesto economico. Di fatto, durante la crisi finanziaria globale del 2008-2009, alcune aziende alimentari hanno mostrato una tenuta relativamente buona rispetto al mercato nel suo complesso. Ma ciò è accaduto prima che queste società venissero destabilizzate da nuovi entranti come Amazon che hanno modificato i gusti dei consumatori, da un consolidamento senza precedenti storici e dalla concorrenza sferrata dalle startup nel settore delle consegne di pasti online.

Kraft Heinz è il tipico colosso alimentare che ha cominciato a barcollare di pari passo con lo spostamento delle preferenze dei consumatori sui cibi freschi e biologici rispetto ai prodotti confezionati. A febbraio, la società ha dovuto stornare USD 15,4 miliardi da alcuni dei marchi più in difficoltà, tra cui Velveeta, Maxwell House e Miracle Whip. Inoltre, ha dovuto tagliare il dividendo del 36%.

“Le industrie tradizionali come quelle alimentari stanno incontrando delle difficoltà e potrebbero non essere difensive come pensavamo”, spiega il gestore di portafoglio Jonathan Knowles. “Come molti altri settori, stanno attraversando una fase di destabilizzazione che sta modificando il panorama d’investimento”.

L’attacco è la migliore forma di difesa?

Knowles crede che la definizione di titolo difensivo sia cambiata negli ultimi anni. Oggi, ricomprende aziende con una solida crescita degli utili, prodotti innovativi, potere di fissazione dei prezzi e capacità di rivoluzionare lo status quo in settori ben consolidati.

“In molti si troveranno in disaccordo con me”, afferma Knowles, “ma io credo che una società come la capogruppo di Google, Alphabet, presenti alcuni tratti difensivi, che traggono origine dai suoi flussi di cassa e dalla posizione dominante nel mercato delle ricerche Internet”. Knowles fa rientrare anche Facebook in questa categoria.

Si tratta di società orientate alla crescita, aggiunge Knowles, che tuttavia possono mostrare una buona capacità di tenuta in caso di recessione protratta grazie al solido potenziale reddituale, alla capacità di innovare e alle valutazioni relativamente convenienti.

Società growth al vaglio

I titoli difensivi sono spesso associati ai tradizionali investimenti value, ma vi sono alcuni titoli growth che non vanno assolutamente trascurati, aggiunge la portfolio manager Lisa Thompson.

“In alcune delle fasi di correzione relativamente minori registrate in questi ultimi anni, molte società growth di qualità hanno fatto meglio del mercato nel suo insieme”, spiega Thompson. “Si tratta perlopiù di società con ottimi management e bilanci solidi, in grado di superare indenni contesti operativi difficili”.

Inoltre, alcuni titoli growth mostrano caratteristiche anticicliche. Tra questi figura CME Group, il listino di Chicago che offre negoziazioni in derivati, opzioni e futures. I ricavi di CME tendono ad aumentare nelle fasi di estrema volatilità dei mercati.

Di norma, il corso azionario dell’azienda si apprezza di pari passo con la crescita dell’attività di trading, come accaduto nel quarto trimestre del 2018, quando l’S&P 500 ha perso quasi il 14%. Nello stesso periodo, il titolo CME si è apprezzato del 12%.

Anche i titoli dei servizi di pubblica utilità preservano caratteristiche difensive durante le fasi di rallentamento, a condizione che siano gestiti da team esperti e che operino in mercati con una popolazione stabile o in crescita.

Alla ricerca di dividendi di qualità più che di convenienza

Se un tempo era più facile individuare i titoli difensivi, era altrettanto semplice scegliere una strategia d’investimento difensiva per il proprio portafoglio: bastava passare a un indice value e il gioco era fatto.

Tuttavia, è importante che gli investitori capiscano che i titoli value non sono necessariamente difensivi. Prendendo il mercato statunitense come esempio, molti dei titoli inclusi nei principali indici value non pagano dividendi e non hanno rating creditizi elevati. Il 22% circa dei titoli inclusi nell’indice Russell 1000® Value ha distribuito dividendi inferiori allo 0,1% nel 2018, e circa il 40% delle società dotate di rating all’interno dell’indice rientrava nella categoria BBB- o inferiore. Non sono rare neanche le società con livelli di indebitamento evidentemente elevati.

Un mancato pagamento sul debito o una retrocessione del rating sono in grado di far collare le quotazioni di borsa. È preferibile concentrarsi sulle società di elevata qualità con maggiori probabilità di mantenere stabili i dividendi, afferma la portfolio manager di Capital Group Joyce Gordon.

La chiave di tutto sta nella “ricerca fondamentale sulle singole società”, spiega Gordon. “Diverse tipologie di aziende possono fornire protezione dai ribassi in diverse condizioni di mercato. Sta a noi in quanto investitori fare le dovute distinzioni”.