Tra accordi commerciali e Brexit: troppa euforia?

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La settimana si sta chiudendo con delle notizie positive per gli investitori, lasciando prospettare, al momento, per il 2020 un’outlook sull’economia e sui mercati meno incerto. Le news riguardano l’evolversi di vicende che da un anno e mezzo a questa parte hanno rappresentato la fonte principale delle incertezze globali: si fa riferimento allo scontro USA-Cina sui dazi e alla situazione Brexit.

USA-Cina

Il Presidente degli USA Donald Trump ha approvato la fase uno dell’accordo commerciale anche se, al momento, si resta in attesa di una conferma da parte della delegazione cinese. Gli Stati Uniti hanno accettato dunque di ridurre in maniera significativa i dazi esistenti e di non applicare la tariffa del 15% su 160 miliardi di prodotti cinesi di largo consumo che era stata prevista per Domenica 15 Dicembre. La Cina, dal canto suo, sarà disposta ad incrementare il quantitativo di prodotti agricoli da acquistare, fino ad arrivare ad una quota di circa 50 miliardi di dollari l’anno. Inoltre, il colosso asiatico sarebbe disponibile a rafforzare le tutele della proprietà intellettuale e ad aprire il mercato dei servizi finanziari per le aziende americane.

Brexit

Boris Johnson, leader del partito dei Conservatori, si è assicurato la vittoria delle elezioni politiche ottenendo la maggioranza assoluta nella Camera dei Comuni, comportando così la disfatta dei Laburisti di Corbyn. Cosa implica tale risultato? Dopo mesi di incertezza, il Primo Ministro, come ha promesso, condurrà formalmente il Regno Unito fuori dall’Unione Europea entro il 31 Gennaio del prossimo anno, avendo poi un periodo di transizione di undici mesi per gestire un accordo sulla nuova partnership economica con l’Europa.

Ma, per gli investitori, si tratta una quiete dopo la tempesta?

I mercati azionari, nonché la sterlina, hanno reagito più che positivamente rispetto agli sviluppi di questa settimana, ma attenzione a cadere nell’eccessiva euforia. Oltre al fatto che la Cina non abbia ancora dato conferma sulla fase uno, si ricordi che Trump è imprevedibile e ora ha un nuovo potenziale alleato con cui stringere accordi, che è Boris Johnson stesso. Quest’ultimo, invece, ora si troverà di fronte alla difficoltà di accordarsi con i Paesi dell’UE e non sarà un compito facile portare a casa dei risultati soddisfacenti per il proprio paese. Da parte nostra, ciò non varia significativamente la nostra view complessivamente positiva sull’azionario, a patto che si facciano opportune analisi e selezioni dei titoli, ma stiamo valutando la possibilità di inserire una protezione in portafoglio a costi non eccessivi. L’intento sarebbe quello di coprire il comparto equity da una possibile correzione di mercato e di, al tempo stesso, non erodere le performance positive ottenute fino ad ora.