Petrolio: brusco stop per il WTI

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Durante gennaio, i prezzi del petrolio WTI sono stati caratterizzati dalla debolezza, portandosi ai minimi dall’8 gennaio 2019. Il motivo alla base della più recente discesa è da attribuire (ancora) al coronavirus, e alla conseguente riduzione di acquisti di questa commodity da parte della Cina (con un consumo giornaliero di 14 milioni di barili, il Dragone è il primo importatore globale di oro nero). In questo quadro, un sostegno ai prezzi potrebbe arrivare dall’OPEC+ che, alla luce degli ultimi sviluppi, potrebbe decidere di tagliare ulteriormente la produzione.

L’Effetto

Graficamente, nella seduta del 3 febbraio scorso potrebbe essersi verificata una falsa rottura del fondamentale supporto a 50,64 dollari al barile, ereditato dai minimi del 15 gennaio 2019. Nelle ultime occasioni in cui tale intorno supportivo ha subito un test, si sono sempre verificati rimbalzi importanti. A corroborare questo livello di concentrazione di domanda è anche l’RSI settato a 14 periodi, che indica una situazione di eccesso di vendita. Se il sostegno in essere dovesse cedere, i corsi potrebbero riportarsi sui minimi da dicembre 2018.