Azionario, non è il primo shock della storia

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Rispetto ad altri esempi di crisi del mercato azionario del passato, quella attuale presenta tre aspetti interconnessi, di cui uno nuovo e due già visti in precedenza. Tuttavia, la combinazione dei tre è davvero unica. Il primo – e il più importante – è un massiccio shock della domanda causato dal Coronavirus, che è senza precedenti e simile a quanto sperimentato all’inizio degli anni ’30 ma per un periodo molto più concentrato. La necessità di isolare intere popolazioni in modo da ridurre la diffusione del virus, garantendo così che gli ospedali non vengano sommersi da pazienti che necessitano di terapia intensiva, porterà probabilmente a un calo molto ampio della domanda aggregata, poiché interi settori dell’economia registrano un calo di attività prossimo al 100%. Settori come l’aviazione, la ristorazione (bar e ristoranti), le palestre e le attività turistiche, e il passaggio a un comportamento più prudente da parte dei consumatori, porterà probabilmente a un crollo record del PIL. Alcune stime suggeriscono che le economie europee e statunitense potrebbero vedere un decremento del 15-25% del PIL annualizzato nel secondo trimestre del 2020. Si tratta di un fenomeno completamente nuovo.

Uno shock del prezzo del petrolio, causato dalla disputa tra l’Arabia Saudita e la Russia e dal conseguente massiccio sconvolgimento della domanda, ha portato a una forte discesa nelle quotazioni del petrolio. Normalmente questo sarebbe un bene per la domanda nella maggior parte dei Paesi, poiché un forte calo del prezzo del petrolio è assimilabile a un taglio delle tasse, mentre il danno economico impatta solo le regioni e i Paesi produttori di petrolio. Questa volta, tuttavia, gli aerei restano a terra e le persone non guidano le proprie auto, quindi il beneficio sarà minore. Lo shock petrolifero non è un fenomeno nuovo, la mancanza di elasticità del prezzo dell’oro nero è invece un inedito.

L’ultimo elemento è un evento di mercato endogeno, dove un rapido ed eccezionalmente ampio aumento della volatilità del mercato e alcune disfunzioni nei mercati dei titoli sovrani hanno causato una cascata di vendite e deleveraging. Si tratta di una (piccola) replica della fine del 2008, ma i banchieri centrali hanno imparato lezioni preziose e hanno reagito molto rapidamente questa volta riattivando i programmi elaborati durante la crisi finanziaria globale e la crisi dell’Eurozona. I problemi di “idraulica” nei mercati finanziari e il panico sembrano ora attenuarsi e questo è un importante segnale positivo.

I mercati azionari europei sono scesi di oltre il 30% dal picco del febbraio 2019; a nostro avviso, sono stati valutati in modo abbastanza ragionevole verso l’inizio dell’anno, per cui riteniamo che i mercati azionari siano ora molto economici in una prospettiva di medio termine (12-18 mesi). È fondamentale che la politica intervenga con urgenza per garantire che il netto crollo economico durante il periodo di blocco non porti in seguito a una disoccupazione di massa e a una depressione. Siamo rassicurati da alcune delle misure adottate finora in tutta Europa. Misure come la concessione di un reddito sostitutivo diretto da parte dei governi per i lavoratori in aspettativa (in alcuni Paesi europei), misure per proteggere i lavoratori autonomi e il sostegno alle industrie oggetto di lockdown per creare un “ponte” in modo che l’attività successivamente si riprenda dando luogo a danni minimi a lungo termine.

Vorremmo che tutti i governi adottassero queste misure a breve termine per la costruzione di ponti di collegamento tra l’attuale situazione e la riapertura. Grazie a queste misure economiche per sostenere la domanda, ove possibile, e per fornire ai consumatori la possibilità di soddisfare la domanda posticipata quando la situazione tornerà alla normalità, siamo fiduciosi che le economie si riprenderanno rapidamente quando il blocco terminerà. Per questo motivo, è probabile che l’equity si riveli molto conveniente al momento attuale, in una prospettiva a medio termine (12-24 mesi). Tuttavia, dato l’elevato livello di incertezza attuale e l’elevata volatilità, sarebbe prudente diluire l’investimento su più fasi nel corso dei prossimi mesi.