Coronavirus? Trump fallisce su tutta la linea

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Ai tempi della pandemia del coronavirus, Donald Trump è chiamato ad agire da crisis manager, anche se per il momento non sembrerebbe essere all’altezza della sfida. E nei sondaggi sulle elezioni presidenziali perde punti.

Un Sistema sanitario poco preparato all’espandersi della pandemia

Il sistema sanitario è tutt’altro che solido e questo è dovuto anche a Donald Trump. Una delle sue più grandi promesse nella campagna elettorale, ovvero l’attuazione di una riforma sanitaria e farmaci a basso costo per tutti, era già fallita nel 2017.

Nel 2010, il presidente Barack Obama era riuscito a introdurre un nuovo sistema sanitario nonostante le massicce resistenze. Nell’ultima campagna elettorale, Trump tuttavia aveva promosso l’abolizione dell’Obamacare, ma senza trovare un’alternativa politica concreta. E Trump ha dimostrato la sua incompetenza e inconsapevolezza in materia di politica sanitaria, durante le concrete negoziazioni nella primavera del 2017, fallendo su tutta la linea con il suo “deal-making”. Da allora, ha portato avanti una strategia che ha, in fin dei conti, messo al muro l’intero sistema sanitario dal punto di vista fiscale.

La politica di Trump quindi non è stata altro che la prosecuzione di problemi rimandati e che si sono accumulati. I problemi reali dell’attuale sistema sanitario negli Stati Uniti sono stati utilizzati da Trump come strumento nella lotta contro l’establishment e contro il sistema, che ora potrebbe vendicarsi se la diffusione della crisi del coronavirus si estendesse ulteriormente.

Se il sistema sanitario statunitense dovesse essere sconvolto dalla crisi del coronavirus, probabilmente molti sostenitori di Trump si renderanno conto che il “deal-making” di Trump non risolve problemi di sistemi complessi, ma piuttosto li trascina. Trump ha già perso punti nei sondaggi elettorali e la tendenza potrebbe intensificarsi, ma questo resta ancora da vedere.

Il ruolo di Trump

Si tratta di un possibile duello tra Trump e Biden, per la scelta tra un dealmaker e un politico responsabile. Trump vuole “accordi” al posto di regole generali e astratte e inizia gli accordi con insulti e ricatti verso la controparte. La passione per gli affari e la minaccia di ricatto, di generare danni, deriva dal suo desiderio di furore e rivolta. Ma in una società moderna i problemi reali possono essere risolti solo attraverso regole generali e astratte. E questo richiede riforme coerenti e strategie di attuazione di potere politico ben ponderate. Tutto ciò non fa parte di Trump e potrebbe, di conseguenza, favorire Biden.

Un fallimento della leadership

Ogni cittadino americano può essere colpito dal coronavirus. Ecco perché c’è una maggiore attenzione da parte di tutti gli elettori su questo tema. Non ci vuole una profonda competenza politica per riconoscere che c’è un fallimento di leadership. Trump ha affermato davanti alle telecamere che ci sono abbastanza test per il coronavirus. E il suo vicepresidente Mike Pence lo ha contraddetto dopo due minuti. Inoltre il fatto che il divieto di ingresso dall’Europa in USA, adottato da Donald Trump, abbia creato un giovedì nero sui mercati azionari non è stato ben accolto dai cittadini statunitensi, le cui pensioni dipendono dall’andamento dei mercati dei capitali.

Resta da vedere se Trump sia ancora in grado di rimediare. Ma è piuttosto improbabile che i suoi atteggiamenti cambino rapidamente.