La Fed taglia i tassi: fine della sua indipendenza?

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Il ricorso della Fed a un taglio dei tassi di “emergenza” per affrontare la diffusione del coronavirus non sorprende più di tanto, ma il tempismo sì. La reazione sembra precipitosa, dato che in questa fase non c’è chiarezza sull’impatto del coronavirus sulle prospettive degli Stati Uniti in termini di inflazione e mercato del lavoro.

Inoltre, da una prospettiva globale, se da un lato una politica monetaria accomodante può compensare il recente inasprimento delle condizioni finanziarie dovuto al sell-off di settimana scorsa, dall’altro non rappresenta una risposta efficace allo shock subito sul fronte dell’offerta generato dal coronavirus.

Non è nemmeno chiaro se l’allentamento monetario possa contenere il panico legato alla diffusione del virus – al contrario, una mossa così energica potrebbe lasciar intendere che il panico abbia raggiunto le stanze dei bottoni della Banca centrale statunitense.

È importante notare come la mossa aggressiva della Fed getti un’ombra sulla sua amata indipendenza, in quanto dà l’impressione abbia ceduto alle pressioni dei mercati finanziari (sempre in cerca di ulteriore sostegno monetario) e della politica (in vista delle presidenziali americane di quest’anno).

In generale, è un po’ scoraggiante che la politica monetaria sia ancora l’unico strumento a disposizione e che lo spirito dei mercati e dei politici non sia cambiato dopo la crisi finanziaria globale. Altre importanti Banche centrali sono ora pronte a seguire le orme della Fed.