L’ora più buia non sarà per sempre. I settori da osservare con attenzione

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Il calo delle principali asset class nelle ultime settimane è stato particolarmente violento ed ha generato un sell-off simile a quello del 2018. Questo andamento drammatico è ovviamente legato all’incertezza sui tempi di risoluzione della pandemia e su come questa possa diffondersi negli Usa. In termini di investimento, i porti sicuri in periodi di crisi sono chiaramente due: il mercato obbligazionario americano e l’oro. Seppur esista un potenziale rischio cambio, le obbligazioni a tasso fisso Usa rimangono le nostre preferite in quanto un possibile ulteriore taglio dei tassi potrebbe agevolarne ancor più l’apprezzamento. Inoltre, il sentiment nel mondo rimane quello di uno Stato a stelle strisce garante dell’economia mondiale. Questa situazione è molto simile per l’oro, che ha anticipato la salita per poi stabilizzarsi nelle ultime settimane. In questo contesto, il newsflow diventa fondamentale perché lo scenario macroeconomico sarà probabilmente compromesso per un po’ di mesi. I dati sui Pmi manifatturiero e dei servizi tenderanno a peggiorare ma il focus sarà soprattutto sugli interventi coordinati a difesa dell’economia reale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che il Coronavirus è ormai a livello di pandemia, ma non tutto è negativo. Questa decisione permette infatti all’Oms di emanare direttive specifiche e di inviare équipe medico-scientifiche nei Paesi più colpiti, come ha già fatto in Cina, Italia e Iran. Potrà anche prendere nuove misure per gestire al meglio l’invio di presidi sanitari, come ad esempio le mascherine e i respiratori. Infine, vengono accelerate le procedure per l’approvazione dei vaccini, altrimenti molto più lunghe e complicate. A Wuhan l’attività sta lentamente tornando alla normalità e in Italia tra qualche settimana la diffusione del contagio dovrebbe invertirsi.

L’intervento della Bce è stato a mio avviso sostanzialmente corretto: ridurre ulteriormente i tassi non solo non servirebbe ma metterebbe in ulteriore difficoltà le banche. La manovra decisa invece prevede un incremento del QE di altri 120 miliardi di euro, in aggiunta ai 20 miliardi al mese attualmente in corso. Si prevede inoltre una fornitura di liquidità aggiuntiva al mercato dei capitali ed un nuovo TLTRO, a condizioni ancora più vantaggiose per le banche che decideranno di utilizzare questa risorsa: meno 25 punti base rispetto alle condizioni attuali. Anche gli stress-test previsti per il 2020 sono stati sospesi. Meno apprezzate sono state le  affermazioni  in conferenza stampa, durante la quale Madame Lagarde ha affermato che “la BCE non è qui per chiudere gli spread” riferita all’allargamento dello spread Btp-Bund. Il nuovo governatore della Bce è riuscita  così con poche parole a cancellare anni di retorica pro-euro di Draghi. Uno scivolone non opportuno in questo momento di fragilità internazionale.

I mercati rimarranno probabilmente ancora volatili e vigili alle informazioni sulla diffusione del virus, nonché a possibili annunci di nuove politiche fiscali a sostegno dei piccoli e medi imprenditori