Mercato azionario: 5 settori a cui guardare in questo periodo di stress

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Le robuste iniezioni di liquidità derivanti dalle scelte di politica monetaria delle banche centrali e le politiche fiscali intraprese come risposta alla pandemia di Covid-19 hanno scongiurato una vera e propria crisi di solvibilità. Allo stesso tempo, queste hanno anche creato una chiara dicotomia tra la realtà economica e il comportamento dei mercati azionari, come raramente si è visto prima. Le aziende andranno in bancarotta, i consumatori aumenteranno il loro tasso di risparmio, e ci vorranno più di un paio di trimestri per avere un vaccino efficace e ampiamente disponibile. In questo scenario  tuttavia,  è comunque possibile individuare numerose  opportunità d’investimento per un gestore attivo.

Un punto degno di nota è la significativa sovraperformance del Nasdaq Composite rispetto alla maggior parte degli indici globali. Come spesso accade quando il settore tecnologico registra ottime performance però, un meccanismo di allerta contro possibili “bolle finanziarie” scatta nell’investitore privato. Tuttavia, per avere un quadro più chiaro e spiegare la sovraperformance attuale dobbiamo considerare che la trasformazione digitale dell’economia globale è in corso da molti anni. Le aziende stanno adottando sempre più spesso software come mezzo per aumentare la produttività, per creare un vantaggio competitivo o per risparmiare sui costi. Nel frattempo, anche i consumatori si affidano alla tecnologia a una velocità mai vista prima: dall’aumento dell’uso dell’e-commerce, alle soluzioni digitali nei pagamenti e nell’assistenza sanitaria. Tutto questo, a sua volta, richiede una maggiore, migliore e più veloce capacità di rete e spazi  cloud. Covid-19 ha scosso profondamente il mondo, e le aziende  devono riconoscere che il cambiamento è necessario per sopravvivere.

Le aziende che erano all’avanguardia nel loro percorso di digitalizzazione stanno ora conquistando quote di mercato (si pensi a Nike contro Adidas). Queste aziende sono disposte ad accelerare ulteriormente i loro investimenti digitali per mantenere il loro vantaggio competitivo. Tuttavia, altre società sono ora costrette ad intraprendere un significativo recupero digitale per restare a galla. Solo il 6% dei CEO intende infatti rallentare il processo di digitalizzazione della propria azienda mentre ben il 63% afferma di voler al contrario accelerare questa trasformazione, secondo un sondaggio condotto da Fortune. È ormai chiaro quindi che il processo di digitalizzazione dell’economia globale sta avanzando a passi da gigante.

Questo spiega in gran parte il motivo per cui abbiamo assistito a un significativo aumento dei prezzi delle azioni di molte società di software e di servizi legati ad internet. In una certa misura, sosteniamo che questo sia anche causato dal comportamento razionale degli investitori che, in tempi di elevata volatilità e di elevata incertezza, preferiscono rifugiarsi nelle aziende che beneficiano di queste tendenze, offrendo sia un’alta visibilità che un buon slancio. Inoltre, finché gli investitori non saranno sicuri della forma della ripresa, o della probabilità di un’altra grande ondata, è improbabile che cambino la loro strategia in tempi brevi. Il presumibile  proseguimento del contesto di tassi bassi conferma ulteriormente questa prospettiva.

Se escludiamo gli Stati Uniti, la capitalizzazione di mercato del Nasdaq è ormai prossima a quella del mercato azionario globale. La sua forza è stata trainata anche dal settore Biotech, che ha raggiunto i massimi storici, grazie alla ripresa dell’innovazione spinta da un numero crescente di approvazioni di farmaci da parte della Food and Drug Administration agency statunitense (ad esempio nel settore oncologico per aziende come Seattle Genetics e Incyte). Il settore biotech si è dimostrato sicuro anche nelle passate contrazioni di mercato, dato che i suoi principali indici (BTK & NBI) sono diminuiti solo dell’1% durante le ultime tre recessioni economiche.

C’è molto fermento intorno ai noti titoli FANG, ma i loro rendimenti da inizio anno sono stati oscurati  dalle performance delle società attive nell’estrazione di oro (raggruppate sotto l’acronimo BANG: Barrick, Agnico Eagle, Newmont e Goldcorp). Gli investitori sono sempre più attirati dall’oro e da investimenti ad esso legati: poiché gli interventi delle banche centrali portano ad una svalutazione delle proprie valute, l’oro viene accumulato come riserva di valore. In quanto tale, immaginiamo che questa tendenza continui, poiché non ci aspettiamo un ridimensionamento  nelle politiche di Quantitative Easing  in tempi brevi.

Infine, abbiamo assistito a una chiusura su larga scala degli stabilimenti di produzione di carne degli Stati Uniti. La loro intrinseca elevata densità di manodopera costituisce un rischio significativo per la salute durante la pandemia. Ciò ha portato a una maggiore volontà a investire principalmente nelle tecnologie di automazione. L’attuale regime di lavoro delle aziende di confezionamento della carne è ormai sorpassato e necessita di una profonda ristrutturazione. Quindi, ancora una volta, saranno premiate le aziende che operano con tecnologie innovative (ad esempio, visione 3D, o sistemi di sensori per il rilevamento di ossa o materiale estraneo).