Si profila una nuova globalizzazione

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La diffusione globale del COVID-19 può far cambiare il modo in cui i paesi e le società interagiscono fra loro a livello globale. Le guerre commerciali e un crescente movimento anti-globalizzazione esistevano già prima della crisi attuale. La gente cerca nei propri governi una guida per affrontare questa crisi sanitaria, pertanto bisogna aspettarsi un aumento del nazionalismo. La globalizzazione è morta? Non lo penso. Credo invece che il COVID-19 stimoli la nascita di una nuova globalizzazione.

  • Le “industrie strategiche” di nuova definizione richiederanno l’approvvigionamento e la produ­zione locale. Le cure e le forniture sanitarie, i servizi alimentari, le reti 5G, le telecomunicazioni e forse anche altre tecnologie saranno in misura crescente di produzione nazionale.
  • Le catene di fornitura passeranno dalla gestione delle scorte e della produzione “just-in-time” a quella “just-in-case”. È probabile che le aziende trasferiscano la produzione e le catene di fornitura dalla Cina verso altri paesi e verso il territorio nazionale. Diminuirà l’efficienza e aumenteranno i costi per le imprese e, in ultima analisi, per i consumatori.
  • Le aziende che aiutano a localizzare le catene di fornitura ne trarranno vantaggio.Le innova­zioni tecnologiche come la robotica, la stampa 3D, l’intelligenza artificiale e gli impianti di produzione automatizzati favoriranno una produzione più locale.
  • Si passerà dal “lavoro da casa” al “lavoro da qualsiasi luogo”. In un prossimo futuro molte aziende chiederanno o permetteranno ai propri dipendenti di lavorare fuori dall’ufficio. Pur localizzando la produzione, le società potranno riunire i lavoratori da qualsiasi luogo nel mondo. Il lavoro da casa crea enormi problemi di sicurezza informatica, che dovreb­bero offrire buone opportunità alle società di cybersecurity.
  • Una possibile ripresa della spesa industriale. Gli investimenti potrebbero occupare una parte più ampia dell’economia man mano che le aziende riportano la produzione sul territorio nazionale.
  • Il Midwest americano potrebbe diventare un “nuovo mercato emergente”. Dal momento che le imprese statunitensi cercano di gestire la produzione a livello locale, il Midwest potrebbe offrire il giusto mix di forza lavoro e un tenore di vita accessibile.
  • Nuove restrizioni ai flussi di capitale e agli investimenti esteri: Le sovvenzioni e i prestiti pubblici concessi durante la crisi attribuiranno ai governi più potere per imporre alle imprese determinati comportamenti. I governi possono limitare gli investimenti di capitali esteri e la proprietà straniera delle loro società nazionali.

Non credo che si sia realizzata una vera globalizzazione prima del COVID-19. La maggior parte delle esportazioni mondiali è stata prodotta dalla Cina, di cui gli Stati Uniti sono stati e restano il suo cliente più importante. È probabile che gli Stati Uniti e altri paesi sviluppati diversificheranno le loro catene di approvvigionamento, in particolare verso altri mercati emergenti. Si tratta dunque di un aspetto positivo per i paesi vicini che possono facilmente soddisfare la domanda dei mercati sviluppati, come l’Asia sudorientale o il Messico.