Deal o no deal? La situazione attuale delle operazioni di M&A

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Il secondo trimestre è stato un momento difficile per le fusioni e le acquisizioni. Su scala globale, le operazioni sul mercato M&A sono state pressoché inesistenti per tutto il trimestre e restano sui minimi storici, principalmente a causa dell’impossibilità di viaggiare e di organizzare incontri (che sono i prerequisiti per questo tipo di operazioni). A livello più strategico, le operazioni sono in sospeso per via delle prospettive incerte sulla ripresa dell’economia globale a seguito dei lockdown per il Covid-19. Sebbene ci aspettiamo che i volumi delle fusioni e delle acquisizioni restino contenuti nei prossimi mesi, crediamo che la maggior parte dei deal tra operatori del settore che privilegiano un’ottica di lungo periodo non dovrebbe subire interruzioni dovute al coronavirus nel medio termine. Inoltre, gli stimoli fiscali e monetari introdotti da governi e banche centrali in tutto il mondo continueranno a sostenere l’attività economica e l’M&A.

Ma quali sono le opportunità nel settore? Nel marzo del 2020, la mediana degli spread di arbitraggio ha raggiunto un picco che non era mai stato registrato durante la crisi finanziaria globale del 2008. I livelli degli spread di marzo, a nostro giudizio, sovrastimavano le probabilità di annullamento/taglio dei prezzi nelle operazioni di fusione e acquisizione. Gli spread hanno invertito la tendenza verso la fine di marzo, riflettendo l’andamento della volatilità dei mercati azionari e del credito, e oggi si sono stabilizzati intorno a un livello che è del 4% circa più alto rispetto a quelli pre-Covid.

Inoltre bisogna considerare che non tutti i deal arrivano alla firma. Tra le cause più frequenti del fallimento di un accordo ci sono la mancata autorizzazione da parte delle autorità antitrust, la decisione da parte di un’autorità di controllo degli investimenti esteri, problemi con il finanziamento dell’operazione o eventi avversi che influiscono sull’attività delle società coinvolte. Chiaramente permangono dei dubbi sulla fattibilità economica e finanziaria di alcune operazioni a causa del Covid-19. Diverse operazioni di fusione e acquisizione sono state abbandonate durante il 2° trimestre. Tuttavia, le operazioni oggi hanno una struttura più sicura rispetto al 2008 e, sebbene le decisioni da parte di società private equity siano state il principale fattore di annullamento durante la crisi finanziaria globale, oggi il mercato non deve affrontare una stretta creditizia e molte società private equity sembrano disposte a portare a termine i deal. In generale, rileviamo che i rischi per le operazioni di fusione e acquisizione appaiono più evidenti nei deal “cash only” rispetto ai deal che coinvolgono le azioni.

Tra i deal danneggiati dal Covid-19 ma ancora sensati emerge quello definito da Tiffany, produttore e rivenditore americano di gioielli, a fine novembre per la sua acquisizione a un premio notevole da parte di LVMH, società francese del lusso. Per LVMH l’operazione è molto interessante dal punto di vista strategico, considerato il marchio e le sue dimensioni. La pandemia e le chiusure dei negozi, soprattutto negli Stati Uniti, hanno gravato sugli utili della società. Le azioni di Tiffany, in questo momento, riflettono la possibilità che LVMH possa chiedere uno sconto oppure abbandonare l’operazione.

In altre aree, al di fuori di fusioni e acquisizioni, contesti volatili generano opportunità di arbitraggio dovute a diversi tipi di dislocazioni. Nel caso degli spin-off, i proprietari della capogruppo, specificatamente fondi benchmark e ETF, tendono a vendere le azioni dell’organizzazione scorporata poiché non fa parte del loro benchmark. Dopo un periodo iniziale di performance negativa, in genere la società oggetto dello spin-off attira interesse per via della valutazione conveniente. Un’altra opportunità di arbitraggio emerge quando gli operatori in un mercato indicizzato rettificano i loro portafogli alla data di inserimento/esclusione, generando una prevedibile performance dei titoli aggiunti/eliminati migliore o peggiore rispetto all’indice. L’inserimento o l’esclusione ufficiale viene resa pubblica dal fornitore dell’indice con giorni o settimane di anticipo. Anche la duplice quotazione può offrire dunque opportunità di arbitraggio. Per esempio, ad aprile, il rapporto tra le due quotazioni di Unilever era molto lontano dalla media storica. Unilever aveva già tentato di consolidare due entità separate in un’unica azienda olandese nel 2018. Finalmente, a inizio giugno, l’azienda ha annunciato il consolidamento in un’unica entità con sede nel Regno Unito. Le discrepanze tra il prezzo di una holding e la somma delle aziende che la compongono possono offrire un’opportunità di arbitraggio per un’operazione market neutral, come potrebbe accadere in questo momento con Deutsche Telekom e T-Mobile US.

Dopo una pronunciata e breve contrazione (6-12 mesi), nel 2008 l’attività di deal-making ha recuperato grazie agli stimoli monetari. Questa volta, oltre all’allentamento monetario, persisteranno gli stimoli fiscali con l’intenzione di favorire l’attività economica ma anche fusioni e acquisizioni. Nel frattempo, nei mercati volatili continuano a presentarsi opportunità event-driven. In ultima analisi, crediamo che una strategia risk arbitrage diversificata e conservativa abbia le potenzialità di produrre rendimenti aggiustati per il rischio interessanti, indipendentemente dalla direzione del mercato.