Il Covid-19 frena la transizione energetica, ma solo temporaneamente

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Come per quasi tutti i settori, la pandemia di Covid-19 e i conseguenti lockdown hanno pesato sull’attività nel segmento della transizione energetica.

Secondo le aspettative, il 2020 avrebbe dovuto essere un anno record per numero di installazioni di energia solare ed eolica. Oggi, alla luce delle difficoltà di trasporto dei componenti necessari, tale previsione sembra improbabile. Alcuni progetti sono ancora attivi, ma molti verranno rimandati.

Dal punto di vista della transizione energetica, la buona notizia è che questi progetti verranno semplicemente spostati all’anno prossimo, quando ci si aspetta che l’attività vedrà una solida ripresa.

Siamo più cauti invece sugli aspetti della transizione energetica rivolti al consumatore, dove potremmo non vedere un recupero così rapido. I recenti dati economici statunitensi ed europei continuano a mostrare un calo significativo dell’occupazione e ciò avrà un impatto sulla spesa dei consumatori. Nello specifico sono due le transizioni energetiche che verranno particolarmente colpite a nostro avviso: i veicoli elettrici e i pannelli solari. In entrambi i casi si tratta infatti di decisioni di spesa discrezionali e non strutturali, che probabilmente non saranno tra le priorità delle famiglie in un contesto complesso.

La transizione energetica ha bisogno di politiche di supporto

Tuttavia, anche se i bilanci delle famiglie saranno più ristretti, la domanda sottostante per un’azione concreta contro il cambiamento climatico persiste, sia da parte dell’opinione pubblica che delle autorità. In molti Paesi, con l’Europa in prima fila, le automobili con motori a combustione interna dovrebbero essere eliminate gradualmente nel corso dei prossimi anni.

Inoltre, i target più ambiziosi restano invariati. Sebbene la crisi da Covid-19 abbia preso il centro della scena, la crisi climatica non è scomparsa. Diversi Paesi in tutto il mondo continuano a impegnarsi nella limitazione dell’aumento delle temperature entro i 2°C rispetto ai livelli pre-industriali, in linea con gli Accordi di Parigi del 2015.

Anche se finora le azioni concrete sono state poche, abbiamo visto diverse richieste affinché gli stimoli economici adottati in risposta alla pandemia siano focalizzati su misure di transizione energetica. L’Europa per esempio aveva già proposto il suo Green New Deal prima della diffusione del virus nel continente.

I prezzi inferiori per il petrolio avranno un impatto limitato sulla transizione energetica

Il calo nei prezzi del petrolio è stato uno degli elementi alla base della recente volatilità sui mercati. Tuttavia, ci teniamo a sottolineare che i prezzi del petrolio peseranno meno di quanto ci si aspetti sulla transizione energetica.

Circa il 65% del petrolio totale viene utilizzato per i trasporti. I minori prezzi del petrolio potrebbero rappresentare un altro fattore che pesa sull’attrattività dei veicoli elettrici nel breve periodo, soprattutto negli Usa dove gli spostamenti sono generalmente lunghi.

Tuttavia, l’impatto dovrebbe essere minore in Europa, dove il prezzo del petrolio è composto in gran parte da tasse e l’eliminazione graduale dei motori a combustione interna rappresenta un elemento molto più significativo del processo decisionale.

Da notare inoltre che le principali compagnie petrolifere stanno rispondendo alla crisi del petrolio proteggendo i propri investimenti nella transizione energetica e tagliando al contempo le loro spese nel segmento dell’energia convenzionale.

Il crollo del prezzo del petrolio ha portato per esempio Royal Dutch Shell a tagliare il suo dividendo di recente per la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale, in modo da assicurarsi di poter investire secondo i piani nell’energia green.

Le aziende continuano a supportare la transizione energetica

Il terzo pilastro di supporto per la transizione energetica è rappresentato dalla competitività dei costi associati all’energia green. La domanda di elettricità è ovviamente calata nel corso dei lockdown, ma sembra destinata a riprendersi con la riapertura. L’energia pulita continuerà a rappresentare una percentuale alta e in crescita della domanda, dato che offre ora costi competitivi rispetto alle fonti convenzionali.

La combinazione di costi competitivi, politiche di supporto e domanda pubblica sono i tre fattori che stanno guidando la transizione energetica. Tutti e tre restano operativi, nonostante l’impatto temporaneo del Covid-19 sulle spese delle famiglie.

La transizione energetica copre una vasta gamma di ambiti, non solo generazione e offerta di energia pulita, o veicoli elettrici, ma anche stoccaggio, trasmissione e apparecchiature elettriche. L’opportunità di investimento strutturale e di lungo termine continua quindi a essere valida.