Value o growth? Vanno bene entrambi

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Dopo gli eventi recenti, migliorare gli standard della due diligence è diventato ancora più importante. Ciò vale anche per l’investimento value, quando valutare sostanzialmente una società con attributi quali “rendimento elevato di cash flow libero” o “coefficienti prezzo/utili (P/U) a minimi storici” non dovrebbero costituire di per sé un incentivo all’investimento value. Gli investitori devono approfondire la comprensione dei driver dell’attività, proprio come farebbero per un investimento growth, invece di affidarsi a questi attributi di base per costruire un caso d’investimento. Ciò consentirebbe secondo noi di evitare le “trappole di valore” in una fase di deterioramento dell’economia.

  • Chi investe nel valore deve considerare svariate caratteristiche per identificare se un investimento è una trappola di valore, o ha intrappolato valore. Alcune tra queste comprendono eventualmente tendenze dei prezzi (in rialzo o in ribasso), tassi di crescita, concentrazione (dei clienti o dei prodotti), una strategia imperniata su una riduzione delle spese e pagamenti finanziati indebitandosi.
  • Gli investitori possono inoltre analizzare ulteriormente se la società dispone di leve sufficienti per liberare valore: nicchie di crescita superiore, prodotti innovativi, reinvestimento dei risparmi sui costi, piano di crescita strategico del management, giusto per nominarne qualcuna.
  • Gli investitori dovrebbero svolgere la due diligence per identificare se una società è svalutata permanentemente o gestita insoddisfacentemente, oppure se dispone di risorse da spostare per accelerare crescita e profitti, o ancora creare una nuova attività.
  • Chi investe nel valore adotta un investimento basato su prove per evitare trappole: fondamentali e tendenze, invece delle sole valutazioni; e se un’attività sta crescendo o no, considerando che per un’attività in fase di indebolimento o non redditizia è più difficile creare valore.
  • Una caratteristica spesso citata come un motivo per investire è il margine di sicurezza. Questi non è abbastanza buono in assenza di crescita o progresso, poiché la società dovrà lottare per realizzare un incremento intrinseco sostenibile del valore nel tempo.

Secondo me, non vi sono differenze tra le strategie d’investimento “growth” e “value”. Senza la crescita, è più difficile creare valore – ossia una crescita di rendimenti del capitale superiori al costo del capitale stesso.

Chi investe nel valore vuole vedere segni di crescita o un chiaro progresso, e non soltanto pagare un sovrapprezzo per questo.